Vita Chiesa

SINODO AFRICA, MONS. ONAIYEKAN: NEL MESSAGGIO FINALE C’È MOLTA SPERANZA NEL FUTURO

“C’è molta speranza nel futuro” dell’Africa. E “la Chiesa è ottimista” sul continente. Sono le certezze che emergono dal “Messaggio al popolo di Dio” della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi. È quanto ha sottolineato mons. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (Nigeria), presidente della Commissione sinodale per il “Messaggio”, presentando oggi il testo durante una conferenza stampa tenuta nella sala stampa vaticana. Il Messaggio, ha spiegato mons. Onaiyekan, “è molto diretto, chiaro” ed offre spunti di riflessione su “temi concreti”. Suddiviso in sette parti, ha aggiunto l’arcivescovo, il testo si apre con un’introduzione in cui vengono sottolineate “le luci e le ombre che caratterizzano il continente”. Occorre evidenziare, ha precisato, che “non tutto è ombra; ci sono anche delle luci”. Infatti, “abbondano segnali” di molte iniziative che “cercano di dare una soluzione ai nostri problemi”. Per questo, è importante che “tutti indistintamente collaborino” per “raccogliere le sfide della riconciliazione, della giustizia e della pace”.Mons. Onaiyekan si è soffermato in modo particolare sulla quarta parte, “la più lunga”, in cui “abbiamo cercato di riflettere sulla Chiesa in Africa” e su quale può essere il suo impegno nella promozione della riconciliazione, della giustizia e della pace. A tal proposito, ha proseguito l’arcivescovo, viene anche lanciato “un appello alla comunità internazionale” affinché ci sia “un’azione comune” nell’affrontare queste tematiche. Mons. Onaiyekan ha anche chiesto che venga adottata una “sorta di condotta internazionale cui si devono adeguare le multinazionali che sfruttano le tante risorse umane e naturali del continente”. Nel Messaggio, ha detto l’arcivescovo, viene anche invocata “un’unione delle forze spirituali” che può essere un “valore aggiunto” per “servire lo scopo della riconciliazione, della giustizia e della pace”. In particolare, mons. Onaiyekan si è soffermato sul rapporto con l’Islam. “Dobbiamo continuare sulla linea della reciprocità”, ha detto, spiegando che la libertà di religione comprende anche la libertà di condividere la propria fede. Per questo, ha concluso, “chiediamo che non sia negata la libertà religiosa ad alcun cittadino”.Sir