Ricco, pieno di speranza, che colpisce al cuore e potrà essere cibo per la fede di molti africani. I Padri Sinodali hanno definito così il Messaggio provvisorio presentato stamani in Aula, presente Benedetto XVI, durante la sedicesima Congregazione generale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, in corso in Vaticano sui temi della riconciliazione, la giustizia e la pace. Un testo letto da quattro voci diverse in quattro lingue diverse: inglese, italiano, francese e portoghese. Quattro lingue e quattro voci, dunque, ma per un unico contenuto cruciale: il tema della riconciliazione, della giustizia e della pace è della massima urgenza in Africa e deve permeare tutto il continente.Il Messaggio provvisorio del Sinodo parte da qui e le linee tracciate finora, e in attesa della versione definitiva, fanno riferimento all’importanza di pace e giustizia nella famiglia, nei confronti delle donne, in un mondo politico che deve essere al servizio del bene comune; fanno riferimento al bisogno di tutelare i bambini e l’ambiente, alla necessità di sviluppare la comunicazione sociale della Chiesa e di cambiare i principi che regolano la finanza mondiale.La bozza di Messaggio guarda anche alla preparazione culturale dei fedeli laici, alla necessità di sostegno e di formazione per i giovani, che rappresentano più del 60% delle popolazione africana, e alla cooperazione in tutto il sud del mondo. Nel testo provvisorio, i Padri Sinodali pensano, poi, ai tanti migranti africani nel globo, riflettono su una maggiore diffusione della Dottrina Sociale della Chiesa, rendono omaggio ai tanti missionari, in Africa e nel resto del mondo, che si prodigano per il cristianesimo.Il Messaggio ancora in bozza, inoltre, si sofferma sulla povertà, grande ostacolo alla pace, sulla pandemia di Aids e sull’importanza del dialogo interreligioso ed ecumenico, da coltivare sempre, perché l’unità è fonte di grande forza.Infine, i Padri Sinodali invitano l’Africa a non disperarsi perché il continente è ricco delle benedizioni di Dio e ribadiscono che il destino del Paese è nelle mani degli africani stessi e che tocca soprattutto a loro dare nuovo slancio al continente. (Fonte: Radio Vaticana)