Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN REPUBBLICA CECA, AGLI ACCADEMICI: ILLUMINARE LE MENTI E I CUORI

“Il mondo accademico, sostenendo i valori culturali e spirituali della società e insieme offrendo ad essi il proprio contributo, svolge il prezioso servizio di arricchire il patrimonio intellettuale della nazione e di fortificare le fondamenta del suo futuro sviluppo”. Nell’incontro di ieri con il mondo accademico nel Salone di Vladislav del Castello di Praga, secondo giorno del viaggio apostolico nella Repubblica Ceca (26/28 settembre), Benedetto XVI ha sottolineato che, fin dai movimenti riformatori del secolo scorso, la “ricerca di libertà ha continuato a guidare il lavoro degli studiosi” (testo integrale). La “sete di conoscenza” dell’uomo, ha dichiarato il Pontefice, spinge “ogni generazione ad ampliare il concetto di ragione e ad abbeverarsi alle fonti della fede” ed “è stata proprio la ricca eredità della sapienza classica” che “i primi missionari cristiani hanno portato in queste terre e stabilita come fondamento di un’unità spirituale e culturale che dura fino ad oggi”. “La grande tradizione formativa, aperta al trascendente, che è all’origine delle università in tutta Europa – ha aggiunto il Papa -, è stata sistematicamente sovvertita, qui in questa terra e altrove, dalla riduttiva ideologia del materialismo, dalla repressione della religione e dall’oppressione dello spirito umano”. Tuttavia “l’anelito per la libertà e la verità è parte inalienabile della nostra comune umanità” ed “esso non può mai essere eliminato e, come la storia ha dimostrato, può essere negato solo mettendo in pericolo l’umanità stessa”. Al cuore della missione dell’università, ha ricordato Benedetto XVI, è “la responsabilità di illuminare le menti e i cuori dei giovani e delle giovani di oggi” che “provano il piacere di scoprire che la domanda su ciò che essi possono conoscere dispiega loro l’orizzonte della grande avventura su come debbano essere e cosa debbano compiere”. Se la ragione viene separata dalla ricerca della verità “comincia a perdere la propria direzione” con il rischio di un relativismo che può generare “nuove minacce all’autonomia delle istituzioni accademiche”. In questo modo, “le nostre società non diventeranno più ragionevoli o tolleranti o duttili” ma “saranno piuttosto più fragili e meno inclusive, e dovranno faticare sempre di più per riconoscere quello che è vero, nobile e buono”. Nel ribadire la necessità di un superamento della “frattura tra scienza e fede”, il Papa ha infine invitato il mondo intellettuale ad esprimere “il coraggio necessario per lo sviluppo di un futuro di autentico benessere, un futuro veramente degno dell’uomo”.Sir