Fedeltà, prudenza e bontà: si riassume in queste tre caratteristiche l’identikit del vescovo, il cui ministero è un bene che ci è dato in consegna e che non ci appartiene. Lo ha detto il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, nel’omelia della messa celebrata oggi, nel’ambito del Convegno per i vescovi ordinati negli ultimi dodici mesi, organizzato dalla Congregazione per i vescovi. La Chiesa non è la Chiesa nostra, ma la sua Chiesa, la Chiesa di Dio – ha ribadito il cardinale citando le parole pronunciate sabato scorso dal Papa, nell’omelia per l’ordinazione di 5 nuovi vescovi – e dobbiamo rendere conto di come gestiamo quanto ci viene affidato. Secondo Benedetto XVI, la fedeltà è altruismo. Non leghiamo gli uomini a noi, l’esortazione papale: non cerchiamo potere, prestigio, stima per noi stessi. Conduciamo gli uomini verso Gesù Cristo e così verso il Dio vivente. Poi uno dei passaggi centrali dell’omelia del Papa, citato per intero dal card. Bertone: Sappiamo come le cose nella società civile e, non di rado, anche nella Chiesa soffrono per il fatto che molti di coloro, ai quali è stata conferita una responsabilità, lavorano per se stessi e non per la comunità. La fedeltà del vescovo consiste nel non cercare di adeguare la fede alle mode del tempo. Ne è convinto il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, che nell’omelia della messa celebrata oggi per i vescovi ordinati nell’ultimo anno ha ricordato che solo Cristo ha parole di vita eterna, e le sue parole dobbiamo portare alla gente, essendo il bene più prezioso che ci è stato affidato. Una tale fedeltà ha puntualizzato il porporato soffermandosi sulle caratteristiche fondamentali del ministero episcopale – non ha niente di sterile e di statico; è creativa. Altra caratteristica del vescovo è la prudenza che nulla a vedere con l’astuzia ed indica il primato della verità, che mediante la prudenza diventa criterio del nostro agire. La prudenza come ha spiegato il Papa sabato scorso nell’omelia per l’ordinazione di cinque nuovi vescovi – esige la ragione umile, disciplinata e vigilante, che non si lascia abbagliare da pregiudizi; non giudica secondo desideri e passioni, ma cerca la verità anche la verità scomoda. Prudenza significa mettersi alla ricerca della verità ed agire in modo ad essa conforme. In questa prospettiva, ha spiegato il card. Bertone, essere prudenti vuol dire essere innanzitutto persone di verità e dalla ragione sincera. Terza caratteristica del vescovo è infine la bontà, che consiste nel coltivare un profondo orientamento interiore verso Dio.Il popolo cristiano ha bisogno di vedere testimoni credibili e di essere guidato da pastori santi. Lo ha detto il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, nell’omelia della messa celebrata oggi per i vescovi ordinati negli ultimi dodici mesi, ai quali ha augurato di essere stanti come è stato santo il Curato d’Ars, cioè vivendo il vostro ministero secondo il cuore di Cristo e il cuore materno di Maria. Edificare il popolo cristiano prima di tutto con la testimonianza della vita, l’esortazione del porporato ai nuovi vescovi, a partire dalla consapevolezza che, come diceva san Giovanni Crisostomo, basta un uomo pieno di zelo per trasformare un popolo. Di qui la necessità di approfondire il valore del servizio episcopale, tema del Convegno in corso in questi giorni a Roma per iniziativa della Congregazione per i vescovi. Il modello è Gesù, che ha imparato l’obbedienza anche per mezzo della sofferenza: mediante la mediazione materna di Maria, cioè mediante la Chiesa, nostra madre, ha aggiunto il cardinale, le sofferenze del nostro ministero, unite alla Croce di Gesù, diventano feconde. Sia questo il programma di ciascuno di noi: essere santi per contagiare dell’amore di Dio tutti coloro che sono affidati alla nostra responsabilità di pastori del popolo di Dio, ha concluso il segretario di Stato vaticano.Sir