In Brasile, dopo il Concilio Vaticano II, si è verificata una sorta di auto-secolarizzazione di molte comunità ecclesiali: è quanto osserva oggi il Papa, parlando ai vescovi della Conferenza episcopale del Brasile delle regioni Ovest 1 e Ovest 2, ricevuti in visita ad limina nel palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Benedetto XVI ha fatto riferimento ai decenni successivi al Concilio Vaticano II, quando alcuni interpretarono l’apertura al mondo, non come una esigenza di ardore missionario ma come un passaggio alla secolarizzazione, intravedendo in essa alcuni valori di grande densità cristiana come l’uguaglianza, la libertà, la solidarietà, mostrandosi disponibili a fare concessioni e scoprire ambiti di collaborazione.Abbiamo assistito ha affermato il Papa ad interventi di alcuni responsabili ecclesiali nell’ambito di dibattiti etici, che corrispondevano alle aspettative dell’opinione pubblica, ma tralasciavano di parlare di alcune verità fondamentali della fede, come il peccato, la grazia, la vita teologale. In questo modo, ha continuato Benedetto XVI, si è caduti in una auto-secolarizzazione di molte comunità ecclesiali. Oggi però c’è una nuova generazione in questo ambiente ecclesiale secolarizzato che, invece di registrare apertura e consensi, vede allargarsi sempre di più nella società, soprattutto in ambito etico, il fosso delle differenze e delle contrapposizioni con il magistero della Chiesa. In questo deserto di Dio la nuova generazione ha una grande sete di trascendenza, con tanti giovani brasiliani che chiedono di entrare in seminario e diventare sacerdoti.Sir