Sono venuto tra voi per incoraggiarvi e per confermarvi nella fedeltà a Cristo, ha detto ieri mattina Benedetto XVI, prima di introdurre la recita dell’Angelus dalla spianata della Valle Faul, nella sua visita pastorale alla diocesi di Viterbo, che viene giustamente chiamata ‘Città dei Papi’, e questo costituisce per voi uno stimolo ulteriore a vivere e testimoniare la fede cristiana, la stessa fede per la quale hanno dato la vita i santi martiri Valentino e Ilario, custoditi nella chiesa cattedrale, primi di una lunga scia di santi, martiri e beati della vostra terra. Conferma i tuoi fratelli: Quest’invito del Signore ha ammesso il Papa – l’avverto oggi indirizzato a me con una intensità singolare. Pregate, cari fratelli e sorelle, perché possa svolgere sempre con fedeltà e amore la missione di Pastore di tutto il gregge di Cristo. Da parte mia ha aggiunto il Pontefice -, assicuro un costante ricordo al Signore per la vostra comunità diocesana, perché le diverse sue articolazioni di cui ho potuto ammirare una simbolica rappresentazione nelle nuove porte del Duomo – tendano ad una sempre più piena unità e fraterna comunione, condizioni indispensabili per offrire al mondo un’efficace testimonianza evangelica. Dopo la recita dell’Angelus dalla spianata di Valle Faul, Benedetto XVI ha inviato, ieri mattina, un cordiale saluto ai partecipanti al congresso internazionale Uomini e religioni, che si tiene a Cracovia sul tema Fedi e culture in dialogo, a 70 anni dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che ha causato decine di milioni di morti, la tragedia dell’Olocausto e lo sterminio di tanti innocenti. La memoria di questi eventi ha sostenuto il Papa – ci spinga a pregare per le vittime e per coloro che ancora ne portano ferite nel corpo e nel cuore; sia inoltre monito per tutti a non ripetere tali barbarie e ad intensificare gli sforzi per costruire nel nostro tempo, segnato ancora da conflitti e contrapposizioni, una pace duratura, trasmettendo, soprattutto alle nuove generazioni, una cultura e uno stile di vita improntati all’amore, alla solidarietà e alla stima per l’altro. In questa prospettiva è particolarmente importante l’apporto che le religioni possono e devono dare nel promuovere il perdono e la riconciliazione contro la violenza, il razzismo, il totalitarismo e l’estremismo che deturpano l’immagine del Creatore nell’uomo, cancellano l’orizzonte di Dio e, di conseguenza, conducono al disprezzo dell’uomo stesso.Sir