Vita Chiesa

BETORI: LA VERA IDENTITA’ FIORENTINA? “APERTA ALLA VITA E GENEROSA ALL’ACCOGLIENZA”

La vera identità fiorentina è “aperta alla vita e generosa nell’accoglienza”. Su questi due concetti si è soffermato stasera l’arcivescovo di Firenze mons. Betori durante la  Messa nella  Basilica di San Lorenzo in occasione della  ricorrenza  della  festività del santo. “Che la Chiesa continui a essere percepita come uno spazio di carità – ha detto Betori – ha trovato conferma nell’episodio che ha interessato recentemente la vita della nostra città: il ritrovamento di un neonato in una chiesa. Se ci angoscia il pensiero di quale tragedia ha dovuto sopportare la giovane donna che lo ha abbandonato e il rimorso di non aver avuto antenne capaci di intercettarla prima, ci riempie però di gioia che questa volta la tragedia non abbia avuto come esito la soppressione di una vita umana – prima o dopo la sua nascita se è diverso per la legge umana non lo è per la morale umana e cristiana –, ma che nel cuore di una mamma la comunità ecclesiale sia apparsa un porto sicuro per una piccola vita che doveva avere un futuro. E non è privo di significato che ciò sia accaduto nella stessa chiesa da cui, qualche mese fa, qualcuno rapì il Cristo eucaristico racchiuso in un ostensorio: il corpo del Signore dalla realtà sacramentale è tornato a noi nel corpo del povero, che ne è il volto, e la custodia preziosa di un ostensorio si è mutata nella povera maglia che avvolgeva il corpo di un piccolo abbandonato. Di questa accoglienza alla vita la città di Firenze fa celebrata memoria in Agata Smeralda e nell’istituzione dello Spedale degli Innocenti e continua a dare anche oggi segni di operosa attenzione alle vite più fragili, tra noi e lontano da noi. Questa è la vera identità fiorentina, aperta alla vita e generosa nell’accoglienza, da cui vorremmo mai ci si allontanasse”. “La ricerca di comporre giustizia e carità – ha concluso l’arcivescovo di Firenze – ci deve orientare anche nella testimonianza che siamo chiamati ad offrire nel presente, dove legittime preoccupazioni di ordine e sicurezza devono sapersi comporre con l’attenzione verso i poveri, trovando le forme più adeguate perché l’ordine giusto della società si componga con il rispetto della dignità e dei diritti di ogni persona umana”.