Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS A ROMANO CANAVESE: GRAZIE CON TUTTO IL MIO CUORE A TUTTI

“Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena, e sono con voi con grande gioia!”. Ieri mattina Benedetto XVI è stato accolto da una folla di diverse migliaia di persone a Romano Canavese, cittadina piemontese in provincia di Ivrea, dove il Papa ha presieduto il primo dei due Angelus domenicali che caratterizzano il suo periodo di riposo estivo in montagna. E subito ha accennato alla frattura al polso destro, che non gli ha impedito, però, di benedire con il braccio destro, benché ingessato. “Vorrei in questo momento dire grazie con tutto il mio cuore a tutti – ha detto il Papa -: sono stati tanti che hanno mostrato, in questo momento, la loro vicinanza, la loro simpatia, il loro affetto per me e hanno pregato per me, e così si è rafforzata la rete della preghiera che ci unisce in tutte le parti del mondo”. “Innanzitutto – ha proseguito il Pontefice -, vorrei dire grazie ai medici e al personale medico di Aosta che mi ha trattato con tanta diligenza, con tanta competenza ed amicizia e – vedete – con successo – speriamo! – finale”. Un “grazie anche alle autorità di Stato, della Chiesa e a tutti i semplici che mi hanno scritto o mi hanno fatto vedere il loro affetto e la loro vicinanza”.“Sono venuto con grande gioia nella vostra bella città, nella vostra bella chiesa, la città nativa del mio primo collaboratore, cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato”. Benedetto XVI, ieri prima dell’Angelus, ha subito sottolineato come la visita a Romano Canavese fosse un “omaggio” al card. Bertone, che lì è nato. Dopo i saluti al vescovo di Ivrea, mons. Arrigo Miglio, e all’emerito mons. Luigi Bettazzi, il Papa ha ricordato la “lunga storia di fede” della terra canavesana, “la cui gente è ben nota per il suo amore e il suo attaccamento al lavoro”. “Attualmente, però, so che anche qui, nella zona di Ivrea, molte famiglie – ha sottolineato il Pontefice – sperimentano una situazione di difficoltà economiche a causa della carenza di occupazioni lavorative”. Di qui l’invito. “Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro. E voi lo sapete bene, perché i vostri nonni furono costretti ad emigrare per carenza di lavoro, ma poi lo sviluppo economico ha portato benessere e altri sono immigrati qui dall’Italia e dall’estero”.“I valori fondamentali della famiglia e del rispetto della vita umana, la sensibilità per la giustizia sociale, la capacità di affrontare la fatica e il sacrificio, il forte legame con la fede cristiana attraverso la vita parrocchiale e specialmente la partecipazione alla santa Messa – ha evidenziato Benedetto XVI – sono stati lungo i secoli la vostra vera forza. Saranno questi stessi valori a permettere alle generazioni di oggi di costruire con speranza il proprio futuro, dando vita a una società veramente solidale e fraterna, dove tutti i vari ambiti, le istituzioni e l’economia siano permeati di spirito evangelico”. Il Papa si è rivolto, quindi, “ai giovani, ai quali occorre pensare in prospettiva educativa”. “Qui, come dappertutto – ha spiegato -, bisogna domandarsi quale tipo di cultura vi viene; quali esempi e modelli vengano proposti, e valutare se siano tali da incoraggiarvi a seguire le vie del Vangelo e della libertà autentica. La gioventù è piena di risorse, ma va aiutata a vincere la tentazione di vie facili e illusorie, per trovare la strada della Vita vera e piena”. “In questa vostra terra, ricca di tradizioni cristiane e di valori umani, sono fiorite – ha aggiunto il Santo Padre – numerose vocazioni maschili e femminili, in particolare per la Famiglia Salesiana; come quella del cardinale Bertone”.“La vostra diocesi – ha osservato Benedetto XVI – deve molto ai figli e alle figlie di Don Bosco, per la loro presenza diffusa e feconda in tutta la zona fin dagli anni in cui era ancora in vita il Santo fondatore”. Sia questo, è stato l’auspicio del Papa, “un ulteriore incoraggiamento per la vostra comunità diocesana ad impegnarsi sempre più nel campo dell’educazione e dell’accompagnamento vocazionale”. Infine, l’invocazione per ottenere “la protezione di Maria, la Vergine Assunta Patrona della diocesi, Aiuto dei cristiani, Madre amata e venerata in modo speciale nei numerosi santuari a Lei dedicati tra i monti del Gran Paradiso e la pianura del Po. La sua presenza materna indichi a tutti la via della speranza e ve li conduca come la stella che guidò i santi Magi. La Madonna della Stella vegli su voi tutti dal colle che domina Ivrea, il Monte Stella dedicato a Lei e ai Re Magi”. Dopo L’Angelus, come previsto Benedetto XVI si è recato a pranzo nella casa natale del cardinale Bertone, dove all’esterno i familiari del porporato, che lo hanno accolto, hanno fatto apporre una targa nella quale si ringrazia con gioia il Papa per la sua visita.Sir