Affiancare all’attuale assemblea delle Nazioni Unite una seconda assemblea in cui siedano i rappresentanti delle varie espressioni della società civile transnazionale; dare vita al Consiglio di sicurezza socio-economica dell’Onu in appoggio all’attuale Consiglio di sicurezza militare; istituire una Organizzazione mondiale delle migrazioni e una Organizzazione mondiale per l’ambiente sul modello della Organizzazione mondiale per il commercio e, infine, intervenire sul Fmi per affrontare il problema di una valuta globale e realizzare la riforma delle riserve monetarie globali, come è stato proposto dalla Conferenza Onu del 23 giugno scorso. Sono le indicazioni dell’economista Stefano Zamagni, intervenuto questa mattina alla conferenza stampa di presentazione della terza enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate (testo integrale – pdf), per attuare quella governance globale, ma di tipo sussidiario e poliarchico auspicata dall’enciclica. Secondo Zamagni, l’invito a superare l’ormai obsoleta dicotomia tra sfera dell’economico e sfera del sociale affermando che si può fare impresa anche se si perseguono fini di utilità sociale e si è mossi all’azione da motivazioni di tipo pro-social costituisce uno dei punti di maggiore originalità e rilevanza pratica del documento pontificio. Prendendo posizione a favore di quella concezione del mercato secondo cui si può vivere l’esperienza della socialità umana all’interno di una normale vita economica e non già al di fuori di essa o a lato di essa, la Caritas in veritate, prosegue Zamagni, ricorda che una buona società è frutto certamente del mercato e della libertà, ma ci sono esigenze, riconducibili al principio di fraternità, che non possono essere eluse. Per l’economista, infatti, senza questo principio la società non sarà capace di futuro. L’accoglimento della prospettiva della gratuità entro l’agire economico sottolinea, comporta un nuovo modo di guardare alla relazione tra crescita economica e programmi di welfare secondo il quale la spesa per il welfare è investimento sociale perché crea sviluppo economico. Inoltre, porre in primo piano nella vita economica il principio di gratuità ha a che vedere con la diffusione della cultura e della prassi della reciprocità che insieme alla democrazia è valore fondativo di una società. Richiamando i principali fattori strutturali della crisi, Zamagni definisce quanto mai opportuna l’insistenza dell’enciclica sulla necessità di attuare una governance globale, ma di tipo sussidiario e poliarchico. Ciò implica, conclude, il rifiuto di dare vita ad una sorta di superstato e, al tempo stesso l’urgenza di completare e aggiornare l’opera svolta nel 1944 a Bretton Woods.Sir