Il documento firmato oggi a Roma costituisce un passo concreto per il cammino ecumenico in Italia ed è il primo nel suo genere tra la Chiesa cattolica e la comunità Battista su questo argomento. Potrà essere di stimolo e di esempio per quel cammino ecumenico che il Santo Padre porta avanti con tanta determinazione e convinzione: lo ha detto oggi, al termine della cerimonia di firma del Documento comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni tra Cattolici e Battisti in Italia, avvenuta presso la sede CEI, il presidente card. Angelo Bagnasco, che ha apposto la sua sigla accanto a quella della pastora Anna Maffei, presidente dell’Unione Cristiana Evangelica Battista italiana. Commentando il testo con la stampa, la pastora Maffei ha detto tra l’altro: È uno strumento utilissimo nella pastorale per le coppie interconfessionali, specie nei luoghi dove non sempre l’altra Chiesa è conosciuta, soprattutto nell’ambito della celebrazione delle nozze e dei diritti e doveri dei coniugi. In realtà ha aggiunto – quando queste coppie interconfessionali funzionano’, possono anche essere trainanti nei confronti del movimento ecumenico in quel particolare territorio. In questo senso noi Battisti, che pure siamo una piccola minoranza in Italia, ci auguriamo che possa servire, io anzi sono certa che servirà.Il documento, come ha ricordato lo stesso presidente della Cei, è stato elaborato sulla falsariga dell’analogo Testo comune sottoscritto nel 1997 dalla Cei e dalla Tavola Valdese per i matrimoni fra cattolici e valdesi-metodisti. Dopo una introduzione su ciò che i cristiani possono dire insieme sul matrimonio dal punto di vista teologico, malgrado le differenze e divergenze confessionali tuttora presenti, il testo passa in esame i più significativi punti teologici di divergenza nel modo di intendere il matrimonio, la loro incidenza sulla comunione coniugale, il loro riflesso sulla disciplina dei matrimoni interconfessionali, circa la celebrazione nuziale e così via. Si fa cenno ad esempio al tema della indissolubilità, diversamente concepito da parte cattolica (non si ammette il divorzio) e battista (che invece lo ammette). Come pure al tema della procreazione dove i cattolici non ammettono l’esclusione della prole, pena la nullità del sacramento. Il testo parla di effetti pratici derivanti dalle divergenze dottrinali e disciplinari, sottolineando gli sforzi di entrambe le Chiese per avvicinare le rispettive forme di celebrazione.Nel discorso prima della firma del documento cattolico-battista sui matrimoni, il card. Bagnasco ha detto tra l’altro: È chiaro che le differenze confessionali possono dare adito a conflitti e tensioni nella coppia, soprattutto riguardo all’educazione dei figli e alla loro formazione religiosa, come pure nei rapporti con le famiglie e le comunità di provenienza. La sfida a cui vuole rispondere questo Documento direi la ragione profonda che lo giustifica è proprio quella di trasformare tali potenziali ragioni di contrasto in occasioni feconde di crescita nella fede. Il cardinale ha poi aggiunto: Ciò lo ribadisco non stemperando la dottrina cattolica o quella battista né ignorando le differenze che di fatto esistono, ma imparando ad apprezzare ciò che ci unisce e a conoscere meglio le peculiarità confessionali. Richiamando un pensiero di Giovanni Paolo II, nella Familiaris consortio, ha affermato i matrimoni fra cattolici e altri battezzati presentano, pur nella loro particolare fisionomia, numerosi elementi che è bene valorizzare e sviluppare, concludendo che il comune battesimo e il dinamismo della grazia forniscono agli sposi, in questi matrimoni, la base e la motivazione per esprimere la loro unità nella sfera dei valori morali e spirituali.Oggi è un giorno da ricordare e da segnare sul calendario storico delle nostre chiese perché ancora un piccolo passo verso la conoscenza, la comprensione reciproca e il servizio comune al mondo è stato compiuto fra i cristiani in Italia: lo ha detto nel suo indirizzo di saluto, prima della firma del testo congiunto cattolici-battisti, la pastora Anna Maffei. Dopo aver osservato che ci si vuole sposare mettendo in comune la vita, le speranze e i progetti, ma ci si imbatte nella realtà di separazione delle proprie rispettive appartenenze ecclesiali, Maffei ha aggiunto: Quante volte le divisioni storiche fra le chiese cristiane hanno ostacolato la comunione all’interno delle coppie e scoraggiato la loro fede? Quante volte le famiglie di appartenenza invece di incontrarsi si sono scontrate per questioni inerenti a pregiudizi reciproci fra protestanti e cattolici nel nostro paese?. Ha quindi concluso dicendo: Oggi con questo documento, il primo nel mondo di questo genere, documento di cui anche l’Alleanza mondiale battista e la Federazione battista europea sono state informate, noi offriamo alle nostre rispettive comunità e ai nostri pastori una guida pratica perché la differenza confessionale che c’è e resta fra i futuri coniugi, non sia vissuta come un ostacolo ma come un arricchimento. Le rispettive chiese non dovrebbero porsi più come concorrenti ma come luoghi di ascolto e di incoraggiamento alla comunione.Sir