Forte preoccupazione per la crisi economica e finanziaria è stata espressa questa mattina da papa Benedetto XVI ricevendo le Lettere credenziali di otto nuovi ambasciatori presso al Santa Sede. Questa crisi ha detto il Papa può trasformarsi in catastrofe umana per gli abitanti di numerosi Paesi che vivono in condizioni di fragilità. Coloro che vivevano in una estrema povertà, ne sono le prime vittime in quanto sono i più vulnerabili. Questa crisi tocca anche il ceto medio, le persone cioè che vivevano fino ad oggi in maniera decente. Cosicché, la recessione generata dalla crisi economica può divenire una minaccia per l’esistenza di innumerevoli individui. I bambini ne sono le prime vittime innocenti che occorre proteggere in maniera prioritaria. La crisi aggiunge il Santo Padre genera poi sfiducia, conduce le persone alla ricerca disperata di una soluzione che permetta loro di sopravvivere quotidianamente. E questa ricerca si accompagna, talvolta, ad atti individuali o collettivi di violenza che possono portare a conflitti interni che rischiano a loro volta di destabilizzare ulteriormente le società indebolite. Benedetto XVI lancia un appello. Chiede ai paesi sviluppati di non diminuire il loro aiuto ai paesi più minacciati, per dare loro la possibilità di sostenere le loro economie e consolidare e misure sociali. Mi appello sono le parole di Benedetto XVI ad un supplemento di fraternità e solidarietà, ed una generosità globale realmente vissuta. Questa condivisione chiede ai paesi sviluppati di ritrovare il senso della misura e della sobrietà nell’economia e nello stile di vita. E’ questa la via ha detto il Papa per stabilire una pace autentica in vista della costruzione di un mondo più giusto e prospero per tutti. Le ingiustizie e le disparità sono minacce pericolose alla pace e creano seri rischi di conflitto. La pace ha detto il Papa – non può costruirsi se non cercando con coraggio di eliminare le disparità generate da sistemi ingiusti e assicurando a tutti un livello di vita che possa permettere una esistenza degna e prospera.Il nome di Dio non può in nessun modo giustificare l’utilizzo di pratiche pericolose. Vale ancora oggi, il monito contenuto nel secondo dei dieci comandamenti lasciati da Dio sul monte Sinai: Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano”. Con queste parole, Benedetto XVI è tornato questa mattina a condannare le nuove forme di violenza che si sono manifestate in questi ultimi anni e che si appoggiano sfortunatamente al nome di Dio. Si tratta ha detto il papa ricevendo in Vaticano le Lettere credenziali di 8 nuovi ambasciatori di sconfinamenti che hanno condotto a vedere nelle religioni una minaccia per le società. Esse sono state pertanto attaccate e screditate, sostenendo addirittura che non possono essere fattori di pace. Il Papa ha quindi lanciato un appello ai responsabili religiosi affinché accompagnino i loro fedeli perché possano progredire nella santità ed interpretare le parole divine nella verità. Il Papa invita anche i responsabili religiosi a favorire il rapporto tra le società e le religioni, creando spazi per un dialogo positivo e necessario.Sir