Una emozione profonda poter visitare la città di Nazareth, una grande gioia celebrare colà la liturgia insieme ai fedeli cattolici di molte antiche tradizioni orientali così come della mia stessa tradizione latina, contentezza di avere avuto l’opportunità di incontrare alcuni miei fratelli delle altre confessioni cristiane, come pure ebrei, musulmani ed altri capi religiosi: sono i sentimenti espressi da Benedetto XVI nella cerimonia di congedo all’Aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, a conclusione del viaggio in Terra Santa (testo integrale). E’ stato davvero ha detto il Papa – un pellegrinaggio di fede, fatto in spirito di venerazione per queste terre che hanno avuto un ruolo tanto significativo nella storia della salvezza e in spirito di profondo affetto per i popoli che vivono in questa Terra Santa. Sono venuto qui ha chiarito il Pontefice – come amico degli israeliani, così come sono amico del popolo palestinese. Nessun visitatore della Terra Santa può fare a meno di notare con tristezza la tensione che ancora caratterizza le relazioni tra i due popoli. Anzi, nessun amico dei vostri popoli può fare a meno di piangere per la sofferenza e la perdita di vite che palestinesi ed israeliani hanno subito negli ultimi sei decenni. Di qui un appello a tutte le persone di queste terre: Mai più spargimento di sangue! Mai più combattimenti! Mai più terrorismo! Mai più guerre!. Facciamo in modo di spezzare il circolo vizioso della violenza – ha aggiunto Benedetto XVI -. Facciamo in modo che vi sia una pace durevole basata sulla giustizia, che vi sia autentica riconciliazione e risanamento sociale. Venga universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il popolo Palestinese ha il diritto ad una patria indipendente e sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. Fate in modo che la soluzione dei due-stati ha esortato il Papa – divenga una realtà, non rimanga un sogno. Facciamo in modo che la pace si diffonda da questa terra. Il Santo Padre ha quindi ricordato che la Santa Sede dà grande importanza alle relazioni diplomatiche con lo Stato d’Israele, e ardentemente desidera approfondirle e fortificarle negli anni a venire; che cristiani da ogni parte del mondo vengono qui a visitare e a pregare nei luoghi santi associati alla vita e al ministero di Gesù; quanto la Chiesa apprezzi il crescente reciproco rispetto e comprensione che caratterizza le relazioni tra cristiani ed ebrei, così come il dialogo fraterno che si sta sviluppando a molti diversi livelli tra cristiani e musulmani. Questi ha concluso – sono i frutti della nostra amicizia. Con il passare degli anni, potranno essercene di più.Sir