Proporre una strada per incontrare Gesù, il Cristo, il Figlio del Dio vivente venuto fra noi, colui che sovverte i nostri schemi e le nostre attese, ma è anche il solo che riteniamo possa darci l’acqua che disseta per la vita eterna. Questo l’obiettivo della Lettera ai cercatori di Dio (clicca qui per il testo integrale) è stata preparata per iniziativa della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi della Conferenza episcopale italiana, come sussidio offerto a chiunque voglia farne oggetto di lettura personale, oltre che come punto di partenza per dialoghi destinati al primo annuncio della fede in Gesù Cristo, all’interno di un itinerario che possa introdurre all’esperienza della vita cristiana nella Chiesa. Il Consiglio episcopale permanente ne ha approvato la pubblicazione nella sessione del 22-25 settembre 2008. la lettera consta di tre parti: di un invito a riflettere insieme sulle domande che ci uniscono (parte I); di una testimonianza, tesa a rendere ragione della speranza che è in noi (parte II); di una proposta fatta a chi cerca la via di un incontro possibile con il Dio di Gesù Cristo (parte III). Per quanto riguarda la parte I, si tratta delle domande che riguardano la nostra esistenza, il nostro destino e il senso di ciò che siamo e facciamo, oltre che di tutto ciò che ci circonda.Sono interrogativi prosegue la Lettera – che, per essere veramente affrontati, richiedono il coraggio della ricerca della verità e la libertà del cuore e della mente. Come discepoli di Gesù si legge ancora – ci sembra di poter discernere in queste molteplici attese una forte domanda di incontro con il Dio che lui ci ha rivelato. In questa parte, la Lettera analizza vari aspetti della vita: felicità e sofferenza, amore e fallimenti, lavoro e festa, giustizia e pace, la sfida di Dio. Testimoniare la fede, si legge nella Lettera, non è dare risposte già pronte, ma contagiare l’inquietudine della ricerca e la pace dell’incontro: ‘Ci hai fatto per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in te’, come scriveva Sant’Agostino ne Le Confessioni. Dunque, accettare l’invito non è risolvere tutte le oscure domande, ma portarle a un Altro e insieme con lui. Nella seconda parte, si cerca di spiegare la speranza che è in noi: A tanti uomini e donne che sono alla ricerca di una speranza per il loro cammino vorremmo raccontare ora l’esperienza che abbiamo fatto e facciamo di Gesù, l’unico ‘nome’ che a noi dà speranza e vita. Le parole che proponiamo sono il frutto oltre che del nostro incontro con lui della storia di tante persone che hanno incontrato Dio in Gesù Cristo prima di noi. Sono persone note e ignote, che costituiscono la lunga catena dei testimoni di GesùAnche la parte II della Lettera si divide in vari paragrafi: Gesù, il Cristo, Dio, Padre, Figlio e Spirito, la Chiesa di Dio, la vita secondo lo Spirito. La terza parte della Lettera cerca di aiutare il cercatore di Dio a pensare, progettare e vivere esperienze concrete per giungere all’incontro con il Dio vivente, così come Gesù lo ha reso a noi possibile. In quest’impresa, siamo rassicurati dalla presenza di tanti testimoni nella storia della Chiesa. Essi, condotti dallo Spirito di Gesù e dalla mano sapiente dei pastori, i fratelli a cui lo Spirito stesso ha affidato la responsabilità di governare il cammino verso la verità, ci aiutano a cogliere e interpretare la verità nella vita quotidiana e ad aprirci al dono di Dio.In quest’ultima parte, dunque, viene proposta la mappa di un’esistenza vissuta secondo lo Spirito di Gesù, per restituire fiducia alla vita quotidiana e ricordare le condizioni per la sua autenticità. Chi sosterrà il nostro sforzo? Proprio dal vissuto dei nostri fratelli e sorelle nella fede affiora la risposta: la preghiera, la parola di Dio, i sacramenti, il servizio, l’attesa della casa futura, sono le esperienze concrete in cui è possibile incontrare il Dio di Gesù Cristo.Sir