Guai a me se non annuncio il Vangelo. Cattolici, ortodossi ed evangelici davanti a Paolo. E’ il titolo del IV Convegno Ecumenico Nazionale che si aprirà domani a Siracusa (fino all’8 maggio). L’evento è promosso dalla Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, dalla Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siracusa. Il convegno di Siracusa si è scelto questo luogo perché la città siciliana è stata la prima tappa sul suolo italiano dell’apostolo Paolo segue i primi due Convegni ecumenici, sul Padre Nostro nel 1999 e sulle Beatitudini nel 2003. Il terzo convegno si tenne nel 2006 ed aveva come tema la Charta Oecumenica. I lavori saranno aperti nel pomeriggio da mons. Vincenzo Paglia, di Domenico Maselli, Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e di mons. Siluan, vescovo per l’Italia della Chiesa Ortodossa di Romania. Nella mattinata di venerdì, i delegati si divideranno in gruppi di lavoro e discuteranno di immigrazione, diritti umani, ambiente e povertà. Il convegno prevede anche una visita ai luoghi della memoria paolina a Siracusa e una preghiera ecumenica nella cattedrale della città. In conclusione lo spettacolo teatrale “L’uomo di Tarso”, di Jobel Teatro. Noi vorremmo come cristiani, sull’esempio di Paolo, riprendere con rinnovato vigore la responsabilità di comunicare il Vangelo nell’attuale contesto della società italiana. Con questo scopo delineato al Sir da mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo – cattolici, ortodossi e protestanti si sono dati appuntamento dal 7 all’8 maggio a Siracusa per il IV convegno ecumenico. Lincontro spiega mons. Paglia si inserisce nella linea dei convegni che da alcuni anni le Chiese e le comunità ecclesiali in Italia promuovono insieme. Siamo alla quarta edizione. Per un verso questi convegni continuano ad essere l’unico appuntamento di incontro tra tutte le realtà ecclesiali cristiane italiane. Quest’anno poi si inserisce nell’ambito della celebrazione del millenario della morte dell’apostolo Paolo. Per questo abbiamo pensato che questo incontro poteva essere celebrato a Siracusa, la prima città italiana toccata da San Paolo. Paolo, certo, vi arriva in catene però lui stesso scriverà a Timoteo che la Parola di Dio non è incatenata.L’ecumenismo aggiunge il vescovo – arriva a Siracusa dopo la tappa di Sibiu che è stata molto significativa ma che ha anche mostrato i problemi esistenti tra i cristiani. Se per un verso l’appuntamento di Siracusa non vuole, non può e non deve nascondere le difficoltà le differenze, dall’altra deve spingere i cristiani a non rallentare la via innanzitutto della preghiera comune e dell’ascolto della Parola di Dio. Nello stesso tempo, ci sentiamo impegnati a camminare con maggiore speditezza su quei terreni dove l’impegno comune non solo non conosce ostacoli ma diventa un’opportunità e soprattutto obbligo morale. I campi di azione sono vari e vanno dall’accoglienza dei più poveri, dei più deboli e degli immigrati a quella della salvaguardia del creato fino ad un nuovo impegno per la diffusione e la conoscenza delle Scritture. Siamo coscienti conclude Paglia – che la divisione tra i cristiani non solo rappresenta una ferita ma può anche renderci complici delle divisioni tra i popoli.Sir