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Siria: le minacce dell’Isis non fermano i cristiani di Qamishli. Natale in ricordo del martire padre Hanna ucciso poco più di un mese fa

«L’Isis starebbe pianificando attentati con autobomba per colpire le chiese cristiane durante le messe di Natale«: a denunciarlo, in una intervista al Sir, è il vicario episcopale della comunità armeno-cattolica dell’Alta Mesopotamia e della Siria del Nord, padre Antonio Ayvazian.

Poco più di un mese fa (11 novembre), in un attentato terroristico sono rimaste vittime il parroco armeno-cattolico di san Giuseppe, «abuna» Ibrahim (Hovsep) Hanna, e suo padre. Una vera e propria esecuzione compiuta nel distretto di Busayra, nella regione sotto controllo delle forze curdo-siriane, nel villaggio di Zar, a est di Deir ez-Zor e rivendicata dallo Stato Islamico. Questo sarà un Natale nel ricordo dei «martiri», dice padre Ayvazian, perciò «abbiamo voluto realizzare il presepe proprio sopra la tomba di ‘abuna’ Ibrahim (Hovsep) Hanna, accogliendo l’idea del figlio Hovik Hovsep Bedoyan che ne è stato l’artefice».

«C’è un legame stretto tra la nascita, dunque la vita, la morte e la resurrezione. È questo passaggio – aggiunge il vicario – che dona senso alla vita di un cristiano. Padre Ibrahim lo ha testimoniato con la sua morte. La Natività sulla tomba del sacerdote indica come la vita rinasce sul sangue dei martiri». «Dire che non abbiamo paura è dire una bugia», ammette padre Antonio che rivela: «Siamo a conoscenza che l’Isis starebbe preparando attentati contro le nostre chiese. I nostri fedeli hanno timore che ciò possa avvenire veramente e per questo abbiamo chiesto alle autorità di adottare delle misure per prevenire ogni genere di attacco, cominciando dal chiudere alcune strade».

«Da parte nostra – rimarca il vicario – noi non cambieremo i nostri programmi e pertanto celebreremo nella chiesa di san Giuseppe la messa di mezzanotte, a partire dalle 23, in modo tale da unirci spiritualmente a tutta la Chiesa universale. Non possiamo avere paura se Dio è con noi». «Durante la Settimana Santa facciamo la processione con il Cristo morto per le strade della città, con la quale diamo la nostra testimonianza di fede. Faremo così anche a Natale. Siamo orgogliosi di appartenere a Gesù». Sentirsi uniti alla Chiesa universale «ci consola e ci incoraggia» dice padre Ayvazian che chiede un regalo per questo Natale «a tutti i fratelli italiani«: «Vi chiediamo di pregare per la Siria, avete un cuore sensibile verso tutta l’umanità. In questo Natale vi chiediamo di rivolgere un pensiero alla Siria, al suo popolo e ai cristiani che la popolano».