Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN CAMPIDOGLIO, ROMA «FARO DI VITA E DI LIBERTÀ, DI CIVILTÀ MORALE», NO A «OGNI FORMA DI INTOLLERANZA E DISCRIMINAZIONE»

“Operare perché Roma continui ad essere faro di vita e di libertà, di civiltà morale e di sviluppo sostenibile, promosso nel rispetto della dignità di ogni essere umano e della sua fede religiosa”. E’ il primo invito rivolto dal Papa ai romani, nel discorso pronunciato oggi in Campidoglio, quarto Pontefice salito alla rocca capitolina dopo Pio IX (16 settembre 1870), Paolo VI (16 aprile 1966) e Giovanni Paolo II (15 gennaio 1998). Prendendo la parola “con comprensibile emozione”, Benedetto XVI ha registrato “la decisa volontà dell’Amministrazione di servire questa Città puntando al suo vero ed integrale benessere materiale, sociale e spirituale” e ha ribadito “l’attenzione paterna che il Vescovo della comunità cattolica nutre non solamente nei confronti dei membri di questa, ma anche di tutti i romani e di quanti da varie parti d’Italia e del mondo vengono nella Capitale per ragioni religiose, turistiche, di lavoro, o per restarvi integrandosi nel tessuto cittadino”. “Sono qui – ha spiegato il Papa – per condividere le attese e le speranze degli abitanti ed ascoltarne le preoccupazioni e i problemi di cui voi vi fate responsabili interpreti”. “La Chiesa cattolica, come sempre – ha assicurato il Santo Padre non farà mancare il suo attivo sostegno ad ogni iniziativa culturale e sociale rivolta a promuovere il bene autentico di ogni persona e della Città nel suo insieme”. “Trovare modalità sempre più adatte alla tutela dei diritti fondamentali della persona nel rispetto della legalità”. E’ la “ricetta” del Papa per affrontare la sfida dell’immigrazione, suggerita agli amministratori capitolini. “Roma è sempre stata una città accogliente”, ha sottolineato Benedetto XVI, ma “questa nostra città, come del resto l’Italia e l’intera umanità – ha proseguito – si trova ad affrontare oggi inedite sfide culturali, sociali ed economiche, a causa delle profonde trasformazioni e dei numerosi cambiamenti sopravvenuti in questi ultimi decenni”. In particolare, “Roma si è andata popolando di gente che proviene da altre nazioni e appartiene a culture e tradizioni religiose diverse ed ha ormai il volto di una Metropoli multietnica e multireligiosa, nella quale talvolta l’integrazione è faticosa e complessa”. “Da parte della comunità cattolica – ha garantito il Papa – non verrà mai meno un convinto apporto per trovare modalità sempre più adatte alla tutela dei diritti fondamentali della persona nel rispetto della legalità”. “Attingendo nuova linfa alle radici della sua storia plasmata dal diritto antico e dalla fede cristiana – le parole del Papa – Roma saprà trovare la forza per esigere da tutti il rispetto delle regole della convivenza civile e respingere ogni forma di intolleranza e discriminazione”.“Gli episodi di violenza, da tutti deplorati – ha proseguito il Papa riferendosi ai recenti fatti di cronaca – manifestano un disagio più profondo; sono il segno – di una vera povertà spirituale che affligge il cuore dell’uomo contemporaneo”. “La eliminazione di Dio e della sua legge, come condizione della realizzazione della felicità dell’uomo – ha spiegato Benedetto XVI – non ha affatto raggiunto il suo obbiettivo; al contrario, priva l’uomo delle certezze spirituali e della speranza necessarie per affrontare le difficoltà e le sfide quotidiane”. La morale, per il Papa, “non adempie al suo fine ultimo se non ha come perno l’ispirazione e la sottomissione a Dio, fonte e giudice di ogni bene”. E proprio per rispondere “all’affievolimento preoccupante degli ideali umani e spirituali che hanno reso Roma ‘modello’ di civiltà per il mondo intero”, la Chiesa – ha testimoniato Benedetto XVI – attraverso le comunità parrocchiali e le altre realtà ecclesiali, si sta impegnando in una capillare opera educativa, tesa a far riscoprire, in particolare alle nuove generazioni, quei valori perenni”. “Nell’era post-moderna Roma deve riappropriarsi della sua anima più profonda, delle sue radici civili e cristiane, se vuole farsi promotrice di un nuovo umanesimo che ponga al centro la questione dell’uomo riconosciuto nella sua piena realtà”. E’ il forte invito lanciato oggi dal Papa, nel “cuore” del suo discorso pronunciato in Campidoglio. “L’uomo non può essere svincolato da Dio: sarebbe privo della propria vocazione trascendente”, ha ammonito Benedetto XVI dalla rocca capitolina: ”Il cristianesimo è portatore di un luminoso messaggio sulla verità dell’uomo, e la Chiesa, che di tale messaggio è depositaria, è consapevole della propria responsabilità nei confronti della cultura contemporanea”.“Uno sforzo concorde fra le diverse istituzioni per venire incontro a quanti vivono nella povertà”. A chiederlo agli amministratori capitolini è stato oggi il Papa. “Non posso dimenticare – le parole del Pontefice – che anche a Roma, a causa dell’attuale crisi economica, va crescendo il numero di coloro che, perdendo l’occupazione, vengono a trovarsi in condizioni precarie e talora non riescono a fare fronte agli impegni finanziari assunti, penso ad esempio all’acquisto o la locazione della casa”. Da parte sua la comunità cristiana, “attraverso le parrocchie e altre strutture caritative, è già impegnata a sostenere quotidianamente tante famiglie che faticano a mantenere un dignitoso tenore di vita e, come già avvenuto recentemente, è pronta a collaborare con le autorità preposte al perseguimento del bene comune”. Anche in questo caso, secondo Benedetto XVI, “i valori della solidarietà e della generosità, che sono radicati nel cuore dei romani, potranno essere sostenuti dalla luce del Vangelo, perché tutti si facciano nuovamente carico delle esigenze dei più disagiati, sentendosi partecipi di un’unica famiglia”. “Quanto più maturerà in ciascun cittadino la coscienza di sentirsi responsabile in prima persona della vita e del futuro degli abitanti della nostra città – la convinzione di fondo del Papa – tanto più crescerà la fiducia di poter superare le difficoltà del momento presente”.“Un anziano Pontefice che guarda fiducioso ai giovani e per essi prega ogni giorno”. E’ l’autoritratto che il Papa ha fornito di se stesso, al termine del suo discorso di oggi al Campidoglio. Ringraziando il sindaco, Gianni Alemanno, per il “dono” – definito “segno di speranza” – di un terreno dove verrà edificato il “Centro Benedetto XVI”, un polo di accoglienza e formazione dedicato agli adolescenti disagiati, il Papa ha affermato che “le famiglie, la gioventù possono sperare in un avvenire migliore nella misura in cui l’individualismo lascerà spazio a sentimenti di fraterna collaborazione fra tutte le componenti della società civile e della comunità cristiana”. “Possa anche questa erigenda opera – l’auspicio papale – essere uno stimolo per Roma a realizzare un tessuto sociale di accoglienza e di rispetto, dove l’incontro tra la cultura e la fede, tra la vita sociale e la testimonianza religiosa cooperi a formare comunità veramente libere e animate da sentimenti di pace”. A questo obiettivo, secondo il Pontefice, “potrà offrire un suo singolare apporto” anche l’ “Osservatorio per la libertà religiosa” a cui il Comune di Roma sta lavorando per una prossima attivazione.Sir