Se già si resta senza parole davanti a un adulto che soffre, che dire quando il male colpisce un piccolo innocente? Come percepire anche in situazioni così difficili l’amore misericordioso di Dio, che mai abbandona i suoi figli nella prova?: lo ha chiesto questa sera il Papa Benedetto XVI, ricevendo in udienza, per la festa della Beata Vergine di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato, i responsabili e operatori del Pontificio consiglio per la Pastorale della salute, insieme alle delegazioni dell’Unitalsi, dell’Opera Romana Pellegrinaggi e di altri organismi impegnati nell’assistenza ai malati. Dopo aver ricordato che tali interrogativi sono frequenti e talora inquietanti e sul piano semplicemente umano non trovano adeguate risposte, poiché il dolore, la malattia e la morte restano, nel loro significato, insondabili per la nostra mente, Benedetto XVI ha aggiunto che la vita dell’uomo non è un bene disponibile, ma un prezioso scrigno da custodire e curare con ogni attenzione possibile, dal momento del suo inizio fino al suo ultimo e naturale compimento. La vita è mistero che di per se stesso chiede responsabilità, amore, pazienza, carità, da parte di tutti e di ciascuno. Ancor più è necessario circondare di premure e rispetto chi è ammalato e sofferente. Dopo aver affermato che non è sempre facile circondare di premure e rispetto che è ammalato e sofferente, il Papa ha proseguito dicendo che i credenti sanno dove poter attingere il coraggio e la pazienza per affrontare le vicissitudini dell’esistenza terrena, in particolare le malattie e ogni genere di sofferenza. Per noi cristiani ha detto – è in Cristo che si trova la risposta all’enigma del dolore e della morte. Alla sua scuola ha aggiunto ci è dato di imparare ad amare la vita sempre e ad accettare la nostra apparente impotenza davanti alla malattia e alla morte. Il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II ha voluto che la Giornata Mondiale del Malato coincidesse con la festa della Vergine Immacolata di Lourdes. In quel luogo sacro, – ha sottolineato – la nostra Madre celeste è venuta a ricordarci che su questa terra siamo solo di passaggio e che la vera e definitiva dimora dell’uomo è il Cielo. Verso tale meta dobbiamo tutti tendere. La luce che viene dall’Alto’ ci aiuti a comprendere e a dare senso e valore anche all’esperienza del soffrire e del morire. Ha quindi espresso parole di preghiera per tutti i malati, ricordando ancora una volta in maniera speciale i bambini sofferenti.Sir