Promuovere un’iniziativa nazionale a sostegno di quelle famiglie che, attualmente attestate sulla soglia della sussistenza, rischiano di accrescere il numero degli indigenti. È una delle decisioni prese dal Consiglio permanente dei vescovi italiani, svoltosi dal 26 al 28 gennaio. In questo modo si legge nel comunicato finale, diffuso oggi la Chiesa intende ribadire la priorità della famiglia, che non è non è un peso ma un soggetto economico, non è un terminale ma un volano’ per l’uscita dalla crisi e la crescita comune. Spetterà alla sessione di marzo del Consiglio permanente, informano i vescovi italiani, definire nel dettaglio i particolari del progetto, approvato ora nelle sue linee fondamentali. Gli interventi di carità promossi dalla Chiesa, pur essendo un’espressione irrinunciabile della sua cura alla persona nei suoi bisogni reali precisano tuttavia i vescovi non hanno la pretesa di costituire la soluzione di un problema che ha proporzioni assai vaste e chiama in gioco responsabilità che la travalicano, ma rappresentano piuttosto il segno di un’attenzione solidale. Fin da ora, assicura la Cei, si intensificherà l’attività delle Caritas diocesane, delle molteplici opere di volontariato e delle parrocchie, quotidianamente chiamate a rispondere ai bisogni prioritari di quanti sono in stato di necessità.Il tema dell’educazione, oltre ad essere il tema della prossima Assemblea generale della Cei, in programma a maggio, costituirà l’asse intorno a cui costruire il futuro cammino pastorale, destinato a orientare i progetti e le iniziative della Chiesa in Italia nel prossimo decennio. È quanto annunciano i vescovi italiani, nel comunicato finale del Consiglio permanente, diffuso oggi. Educare sottolineano i vescovi appartiene alla dimensione materna della Chiesa e ne fa emergere la fecondità, attraverso l’ininterrotta catena generazionale. Proprio tale catena, che garantiva in passato la trasmissione della fede e della cultura, pare oggi sfilacciata, comportando un vero disagio di civiltà. Sembra infatti che molti abbiano smarrito la capacità di penetrare nel mistero della vita, insieme drammatico e stupendo. Il tempo che ci è posto innanzi affermano i vescovi impegna ogni comunità cristiana a ritrovare il gusto e la gioia dell’educare, superando quel ricorrente dualismo che separa le convinzioni di fede dagli atteggiamenti pratici e riuscendo a far emergere nella persona ricondotta a unità l’interlocutore dell’annuncio evangelico e della proposta pastorale. Tra le nomine del Consiglio permanente, quella a sottosegretario della Cei di don Domenico Pompili, che mantiene l’incarico di direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali.Sir