Il dialogo teologico costituisce una componente essenziale per ristabilire la piena comunione a cui aneliamo, e, per questo, va sostenuto ed incoraggiato. In questa prospettiva se nei rapporti con le Chiese ortodosse e con le antiche Chiese ortodosse di Oriente ci sono significativi passi in avanti sia per quanto concerne il dialogo teologico, sia per il consolidamento e la crescita della fraternità ecclesiale quello con la Federazione Luterana Mondiale, con il Consiglio Mondiale Metodista, con la Comunione Anglicana e con l’Alleanza Riformata Mondiale è in una situazione intermedia che richiede un esame oggettivo dei risultati conseguiti senza evitare con grande onestà, di far emergere ciò che rimane ancora da compiere. A fare il punto dello stato di salute del dialogo ecumenico è stato oggi Benedetto XVI nel corso dell’udienza ai partecipanti alla sessione plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani sul tema “Ricezione e futuro del dialogo ecumenico”. Il Papa ha sottolineato che sempre più, questo dialogo si svolge nel contesto delle relazioni ecclesiali che, per grazia di Dio, si vanno estendendo e coinvolgono non solo i Pastori, ma tutte le varie componenti ed articolazioni del Popolo di Dio. E’ consolante ha poi notato il Pontefice – come un sincero spirito di amicizia fra cattolici e ortodossi sia andato crescendo in questi anni, e si sia manifestato anche nei molteplici contatti intercorsi tra Responsabili della Curia Romana e Vescovi della Chiesa cattolica con Responsabili delle diverse Chiese ortodosse, come pure nelle visite di alti esponenti ortodossi a Roma e a Chiese particolari cattoliche. Tuttavia, ha rimarcato, in molte regioni la situazione ecumenica è oggi mutata e sta ulteriormente mutando, il che comporta lo sforzo di un franco confronto. Vanno emergendo nuove comunità e gruppi, si vanno profilando inedite tendenze, e talvolta persino tensioni tra le Comunità cristiane, ed è quindi importante il dialogo teologico, che va ad interessare l’ambito concreto della vita delle varie Chiese e Comunità ecclesiali. L’ecumenismo ha concluso – ci sollecita a un fraterno e generoso scambio di doni, ben consci che la piena comunione nella fede, nei sacramenti e nel ministero rimane lo scopo e la meta dell’intero movimento ecumenico. Di tale vasta impresa, l’ecumenismo spirituale, come ebbe chiaramente ad affermare il Concilio Ecumenico Vaticano II, è il cuore pulsante.Sir