Un invito alle comunità cristiane europee ed africane ad essere ancora più accoglienti nei confronti dei fratelli stranieri, riconoscenti del valore e del contributo che gli immigrati portano nei Paesi di accoglienza. Ma anche a prendere sul serio la pastorale delle migrazioni, a tutti i livelli, dalle gerarchie alla base, creando anche uffici e strutture apposite, mantenendo una preoccupazione sociale anche per il benessere dei migranti, che diventa alle volte politica. Sono i contenuti principali, anticipati al Sir da p. Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee) del messaggio finale del seminario su Le migrazioni, nuovo spazio di evangelizzazione e solidarietà, organizzato insieme al Secam (Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar) nell’arcidiocesi di Liverpool, dal 19 al 23 novembre. Vi hanno preso parte una quarantina di partecipanti, tra vescovi europei ed africani, rappresentanti di dicasteri vaticani e di agenzie umanitarie cattoliche. Il messaggio che è in fase di ultimazione e verrà reso noto a breve è indirizzato alle Chiese, ai vescovi, agli operatori pastorali, ma vogliamo diffonderlo a tutti perché siano conosciuti i frutti delle nostre riflessioni.Da parte dei vescovi europei ed africani afferma p. da Cunha – c’è stato un riconoscimento della complessità del fenomeno mondiale delle migrazioni, che è provocazione e chiamata ad una attenzione più grande da parte della Chiesa. Le migrazioni, precisa, non sono infatti solo una questione sociale ma anche pastorale, con diverse categorie di migranti: rifugiati, studenti, persone che vengono a cercare lavoro. Nel messaggio, precisa il segretario del Ccee, si dice che non dobbiamo considerare i migranti come un problema ma come figli di Dio, che hanno diritti e sono una ricchezza per i Paesi che li accolgono. I migranti sono anche una grazia che arriva: ad esempio nelle Chiese europee le comunità africane sono le più vive. Si esortano quindi le singole Conferenze episcopali a disporsi di centri specializzati di studio, di accoglienza, di pastorale specifica, soprattutto nei confronti di donne e bambini, che sono i più vulnerabili. E si chiede alle Chiese di essere disposte a fare azione di advocacy presso le autorità dello Stato e le istituzioni internazionali, per la tutela e difesa della dignità dei migranti. Tra le preoccupazioni dei vescovi emerse durante il seminario, ma non trattate direttamente nel messaggio, la situazione in Congo e in Sudan, la crisi alimentare e finanziaria, la chiusura delle frontiere in Europa, la disoccupazione. Il prossimo incontro dei vescovi africani ed europei sarà spostato probabilmente al 2010, spiega padre da Cunha, perché l’anno prossimo ci sarà il Sinodo per l’Africa, dove emergeranno di sicuro preoccupazioni per le questioni sociali e di giustizia e pace. Il tema del prossimo incontro sarà forse lo scambio e la cooperazione tra agenti pastorali (suore, missionari, preti africani in Europa, preti che accompagnano gli immigrati). Secondo il segretario del Ccee da poco nominato (il seminario di Liverpool è stato il suo primo evento pubblico), l’incontro è andato veramente molto bene: i vescovi hanno avuto la possibilità di parlare anche al di fuori delle riunioni; si è fatto un grande lavoro di approfondimento che ha portato dei frutti; è stato utile prendere maggiormente coscienza del tema delle migrazioni, per portare nelle proprie Chiese una preoccupazione più grande. I testi dell’incontro saranno pubblicati e inviati anche in Vaticano, alla segreteria del Sinodo per l’Africa, come contributo alla preparazione dei lavori.Sir