“Non dovrebbe esserci nessuna messa senza la sua omelia”: lo ha detto questa mattina durante i lavori del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio in corso in Vaticano, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Federazione Biblica Cattolica. “L’omelia non è una catechesi, nemmeno una meditazione, nè una lezione di esegesi ha continuato – ma rappresenta il momento nel quale dobbiamo lasciarci trafiggere il cuore dalla forza della Parola di Dio”. Ha ricordato, a questo proposito, i tanti dibattiti sullo stile con il quale preparare le omelie, richiamando un libro di Carlo Bo dal significativo titolo “La predica, tormento dei fedeli”. Mons. Paglia ha poi aggiunto che “non bisogna avere paura di consegnare la Bibbia ai fedeli. Ciascuno deve avere la sua Bibbia personale, per poterla consultare e meditare con continuità”. A dimostrazione di ciò ha anticipato ai padri sinodali i risultati di una inchiesta internazionale sulla diffusione e conoscenza della Bibbia, che verrà presentata nei prossimi giorni, da cui emerge ha sottolineato “la grande stima che in tutti i Paesi le persone nutrono per la Bibbia. Essa va fatta conoscere maggiormente e dall’indagine è emerso che molti ritengono che la Sacra Scrittura vada insegnata nelle scuole con sistematicità”.Sir