Vita Chiesa

SINODO DEI VESCOVI: CARD. OUELLET, «INCONTRO TRA DIO CHE CHIAMA E IL SUO POPOLO»

“Lo scopo del Sinodo è prevalentemente pastorale e missionario. Consiste nell’ascoltare insieme la Parola di Dio per discernere come lo Spirito e la Chiesa aspirano a rispondere al dono del Verbo incarnato mediante l’amore per le Sacre Scritture e l’annuncio del Regno di Dio a tutta l’umanità » : lo ha detto il card. Marc Ouellet, relatore generale al Sinodo dei vescovi nel suo discorso di apertura («Relatio ante disceptationem»). « Il Sinodo – ha spiegato – proporrà delle linee guida pastorali per “rafforzare la pratica di incontro con la Parola di Dio come fonte di vita”, facendo il punto sulla recezione del Concilio Vaticano II sulla Parola di Dio e il suo legame con il rinnovamento ecclesiologico, l’ecumenismo e il dialogo con le nazioni e con le religioni ». Il cardinale ha poi spiegato che « grazie alla visione trinitaria e cristocentrica del Concilio Vaticano II, la Chiesa ha rinnovato la consapevolezza del suo mistero e della sua missione. La Costituzione dogmatica Lumen Gentium e la Costituzione pastorale Gaudium et Spes sviluppano una ecclesiologia di comunione che si basa su una concezione rinnovata della Rivelazione .. Hanno così gettato le basi di un incontro e di un dialogo più vivo tra Dio che chiama e il suo popolo che risponde ».Proseguendo nel suo intervento, il card. Ouellet ha affermato che “effettivamente l’esperienza della fede e lo slancio missionario dei cristiani sono profondamente colpiti da diversi fenomeni socioculturali quali la secolarizzazione, il pluralismo religioso, la globalizzazione e l’esplosione dei mezzi di comunicazione, con le loro molteplici conseguenze, quali il divario crescente tra ricchi e poveri, il pullulare di sette esoteriche, le minacce alla pace, senza dimenticare gli attacchi attuali contro la vita umana e la famiglia ». Secondo il porporato, che è relatore generale al Sinodo che si è aperto ieri, « a questi fenomeni socioculturali, si aggiungono le difficoltà interne della Chiesa riguardanti la trasmissione della fede nella famiglia, le carenze della formazione catechetica, le tensioni tra il Magistero ecclesiale e la teologia univesitaria, la crisi interna dell’esegesi e il suo legame con la teologia, e più in generale “una certa separazione degli studiosi dai Pastori e dalla gente semplice delle comunità cristiane ». Queste situazioni mostrano – secondo Ouellet – una « grande sfida della trasmissione della fede nella Parola di Dio oggi. In un mondo pluralista, caratterizzato dal relativismo e dall’esoterismo, la nozione stessa di Rivelazione interpella e richiede dei chiarimenti ».“Nonostante il riordinamento di cui l’omelia è stata oggetto al Concilio, sperimentiamo ancora l’insoddisfazione di molti fedeli nei confronti del ministero della predicazione » : lo ha detto il card. Ouellet, relatore generale al Sinodo, nella sua relazione di apertura dei lavori. « Questa insoddisfazione spiega in parte la fuga di molti cattolici verso altri gruppi religiosi. Per colmare le lacune della predicazione, – ha proseguito – sappiamo che non basta dare la priorità alla Parola di Dio, poiché occorre anche che essa sia interpretata correttamente nel contesto mistagogico della Liturgia. Non basta neppure ricorrere all’esegesi né utilizzare nuovi mezzi pedagogici o tecnologici; non basta più neppure che la vita personale del ministro sia in profonda armonia con la Parola annunciata. Tutto ciò è molto importante, ma può rimanere qualcosa di estrinseco al compimento del mistero pasquale del Cristo ». Ouellet si è poi chiesto : « Come aiutare gli omelisti a mettere in relazione la vita e la Parola con questo avvenimento escatologico che fa irruzione all’interno dell’assemblea? L’omelia deve raggiungere la profondità spirituale, cioè cristologica della Sacra Scrittura ».Sir