Solo la Parola di Dio può cambiare in profondità il cuore dell’uomo, ed è importante allora che con essa entrino in una intimità sempre crescente i singoli credenti e le comunità. Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, nella concelebrazione eucaristico a San Paolo fuori le Mura, in occasione dell’apertura della XII Assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi, che si svolgerà nell’Aula del Sinodo in Vaticano fino al 26 ottobre, sul tema La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. L’Assemblea sinodale ha aggiunto il Papa – volgerà la sua attenzione a questa verità fondamentale per la vita e la missione della Chiesa. Nutrirsi della Parola di Dio è per essa il compito primo e fondamentale. In questo Anno paolino, il Pontefice non ha poi mancato di richiamare le parole di San Paolo: Guai a me se non predicassi il Vangelo. Tanti, ha costatato il Santo Padre, non hanno ancora incontrato il Vangelo; altri, pur avendo ricevuto una formazione cristiana, si sono affievoliti nell’entusiasmo e conservano con la Parola di Dio un contatto superficiale, altri ancora si sono allontanati dalla pratica della fede e necessitano di una nuova evangelizzazione, né mancano persone di retto sentire che si pongono domande esistenziali a cui solo Cristo può rispondere. Diviene allora indispensabile ha osservato Benedetto XVI -per i cristiani di ogni continente essere pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in loro, annunciando con gioia la Parola di Dio e vivendo senza compromessi il Vangelo. Di qui l’invito ad interrogarci insieme, durante le prossime settimane di lavori sinodali, su come rendere sempre più efficace l’annuncio del Vangelo in questo nostro tempo. Avvertiamo tutti ha aggiunto – quanto sia necessario porre al centro della nostra vita la Parola di Dio, accogliere Cristo come unico nostro Redentore, per far sì che la sua luce illumini ogni ambito dell’umanità: dalla famiglia alla scuola, alla cultura, al lavoro, al tempo libero e agli altri settori della società e della nostra vita. E ciò è quanto mai necessario perché nazioni un tempo ricche di fede e di vocazioni ora vanno smarrendo la propria identità, sotto l’influenza deleteria e distruttiva di una certa cultura moderna. Ma quando l’uomo elimina Dio dal proprio orizzonte, è veramente più felice? Non avviene piuttosto ha evidenziato il Papa -, come la cronaca quotidiana dimostra ampiamente, che si estendano l’arbitrio del potere, gli interessi egoistici, l’ingiustizia e lo sfruttamento, la violenza in ogni sua espressione? Il punto d’arrivo, alla fine, è che l’uomo si ritrova più solo e la società più divisa e confusa.Sir