Non c’è incompatibilità a priori tra le teorie dell’evoluzionismo ed il messaggio della Bibbia e della teologia. A ribadirlo è stato oggi mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, presentando oggi il convegno internazionale L’evoluzione biologica: fatti e teorie Una valutazione critica 150 anni dopo l”Origine delle specie’,che si svolgerà dal 3 al 7 marzo 2009 a Roma, per iniziativa della Pontificia Università Gregoriana e dalla Notre Dame University, sotto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura nell’ambito del progetto Stoq (Science, Theology and the Ontological Quest). Darwin non è stato mai condannato dalla Chiesa, e l’Origine delle specie non è all’indice ha proseguito Ravasi -ma soprattutto ci sono stati sulla teoria dell’evoluzione pronunciamenti significativi da parte del magistero ecclesiali. Tra questi, Ravasi ha citato l’Humani Generis di Pio XII, del 1950, in cui si afferma che la Chiesa non proibisce che la dottrina dell’evoluzione sia oggetto di ricerche e discussionida parte di coloro che ne sono competenti in tutti i campi, ed il famoso discorso pronunciato da Giovani Paolo II il 12 ottobre 1996 all’Accademia delle Scienze, in cui l’evoluzione non è più considerata una mera ipotesi, ma una teoria che si è progressivamente imposta all’attenzione della ricerca. Sull’evoluzionismo ci impegneremo in maniera particolare, ha assicurato Ravasi annunciando iniziative del dicastero pontificio competente, all’interno del quale esiste un intero dipartimento dedicato al rapporto tra scienza e teologia. In particolare, il 2009 vedrà eventi differenti attorno al rapporto tra scienza e fede, anche in occasione dell’Anno dell’Astronomia indetto dall’Onu, in cui verrà data rilevanza all’attività di Galileo Galilei. L’ottica è quella dell’ascolto reciprocotra parte scientifica e parte filosofica e teologica, di un dialogo particolarmente sostenuto anche da Benedetto XVI – ispirato a tre virtù. La prima, ha spiegato Ravasi, è una ricerca seria, non approssimativa, volta a superare luoghi comuni e stereotipi, arroganze, radicalismi e complessi di inferiorità. La teologia e la scienza ha proseguito il relatore hanno i piedi piantati su terreni differenti, anno ragioni differenti, situazioni differenti:l’importante è che la linea di demarcazione non diventi una muraglia cinese o una cortina di ferro, oltre a cui non si guarda. Per Ravasi è dunque necessaria una nobiltà della distinzione, che non è però separatezza.Bisogna chiedere scusa a Darwin per presunti errori della Chiesa nel passato, come ha fatto in questi giorni la chiesa anglicana? L’atteggiamento della Chiesa anglicana ha risposto mons. Ravasi ai giornalisti, durante la conferenza stampa di presentazione del convegno internazionale sull’evoluzionismo è curioso e significativo, lo stile è proprio di una mentalità un po’ differente dalla nostra. Il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ha poi ricordato che tale atteggiamento può essere comprensibile da parte del mondo protestante, visto che ci furono polemiche piuttosto aspre nel passato. A questo proposito, secondo mons. Ravasi dovremmo perdere un po’ l’abitudine di questo chiedere scusa’ e dei perdoni’, che sono pure legittimi. In altre parole, secondo il biblista. E’importante considerare la storia e la sua realtà, quindi il suo passato, non come un tribunale da allestire. Solo così, ha concluso Ravasi, si può cominciare ad avere un tipo di comunicazione e di dialogo estremamente fecondo, e che viene ininterrottamente postulato anche da tutti coloro che stanno fuori dall’ambito scientifico e teologico, cioè dalla gente comune, che però di queste cose si interessa e che vorrebbe capire. Il compito nostro è stimolare la dimensione positiva del confronto tra prospettive diverse: non vogliamo a tutti costi concordismi facili e sbrigativi.Sir