“Siamo molto fortunati ad essere fra i primi Paesi che hanno ricevuto la visita di ben tre pontefici: Paolo VI, Giovanni Paolo II e, adesso, Benedetto XVI. Oggi siamo il centro del cattolicesimo, con la presenza del Papa, di numerosi vescovi, sacerdoti e soprattutto di tanti giovani”, i quali sono “il futuro della Chiesa”. Così mons. Anthony Fisher, vescovo coordinatore della Gmg, ha espresso questa mattina a Sydney la gioia della Chiesa australiana per l’evento che si appresta a vivere. “Auspichiamo ha aggiunto che questa Giornata mondiale della gioventù possa riavvicinare i giovani australiani alla Chiesa”, e che essi un domani siano protagonisti di “una Chiesa migliore per un mondo migliore”. In questi giorni “pellegrini carichi di gioia stanno arrivando a Sydney e in tutto il Paese”, ha osservato mons. Fisher, annunciando come nei momenti culminanti la messa di apertura a Barangaroo, la via crucis e la messa finale a Randwich sia prevista una partecipazione di circa 500.000 persone. Al momento gli iscritti, dichiara l’organizzazione, sono 250.000, ma “giorno e notte arrivano nuovi pellegrini chiedendo di iscriversi”. “Condividiamo le parole del Papa di rispetto e comprensione per le vittime degli abusi sessuali”. Lo ha affermato questa mattina a Sydney mons. Anthony Fisher, vescovo coordinatore della Gmg, riguardo ai casi di violenza sessuale ad opera di esponenti ecclesiastici avvenuti in passato in Australia. L’arcivescovo ha tuttavia sottolineato come il soggiorno del Santo Padre sia già pieno di appuntamenti, per cui sarà improbabile un incontro di Benedetto XVI con le vittime di violenza sessuale, e comunque, qualora avvenisse, esso sarebbe “in forma strettamente privata”. Da parte sua, mons. Fisher ha rimarcato che “gli abusi sessuali non possono trovare spazio nella Chiesa”, e la stessa Chiesa australiana ha la “ferma intenzione di fare tutto il possibile per aiutare le vittime di violenze” e “prevenire altri casi”. “Serve ha concluso giustizia e compassione”.Sir