Vita Chiesa

CONGRESSO RADIO CATTOLICHE: BENEDETTO XVI, «SIETE A SERVIZIO DELLA PAROLA»

Le molte e diverse forme di comunicazione con cui tutti abbiamo a che fare manifestano con evidente chiarezza come l’uomo, nella sua struttura antropologica essenziale, sia costituito per entrare in relazione con l’altro”. E ciò avviene “soprattutto per mezzo della parola”. Lo ha detto questa mattina papa Benedetto XVI, ricevendo in udienza in Vaticano i partecipanti al congresso per le radio cattoliche, in corso alla Pontificia università urbaniana (da ieri fino a domani) per iniziativa del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali. “Nella sua semplicità e apparente povertà – ha aggiunto il Pontefice –, la parola, inscrivendosi nella comune grammatica del linguaggio, si pone come strumento che realizza la capacità di relazione degli uomini. Questa si fonda sulla ricchezza condivisa di una ragione creata ad immagine e somiglianza del Logos eterno di Dio, cioè di quel Logos in cui tutto liberamente e per amore è creato”. Benedetto XVI ha ricordato ai presenti l’importanza del loro “servizio informativo”; la radio, ha precisato mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio consiglio, nel saluto iniziale, è “pienamente inserita” tra i “new media”, ma al contempo “si tratta del mezzo più familiare e prossimo con la parola, ossia della prima e più importante forma di comunicazione tra gli esseri umani”.

“Cari amici, lavorando nelle radio cattoliche voi siete al servizio della Parola”, ha aggiunto Benedetto XVI nel corso dell’udienza, questa mattina in Vaticano, ai rappresentanti delle emittenti radiofoniche. “Le parole che voi trasmettete ogni giorno – ha sottolineato – sono un’eco di quella Parola eterna che si è fatta carne”, e portano frutto solo se sono capaci di servire “l’eterna Parola, Gesù Cristo”. Nonostante l’uso delle moderne tecnologie, ha poi precisato il Pontefice, “le parole che trasmettete sono anche umili, e qualche volta vi può sembrare che vadano completamente perdute tra altri rumori e mass media più potenti”. Ma, ha esortato, “non scoraggiatevi”. Infatti tali parole “raggiungono innumerevoli persone”: coloro che sono soli, per i quali “le vostre parole arrivano come un dono consolante”, oppure i curiosi, “interessati da ciò che ascoltano”. Inoltre, ci sono ascoltatori che “non frequentano la Chiesa perché appartengono a differenti religioni o non hanno religione, e altri ancora che non hanno mai sentito il nome di Gesù Cristo”, ai quali la radio permette di ascoltare per la prima volta “le parole della salvezza”.

La radio, ha riconosciuto papa Benedetto XVI parlando questa mattina ai rappresentanti delle emittenti cattoliche, “propone una vicinanza e un ascolto della parola e della musica, per informare e rilassare, per annunciare e denunciare, ma ogni giorno nel rispetto della realtà e in una chiara prospettiva di educazione alla verità e alla speranza”. La verità “sull’uomo” e “per l’uomo”, ha ricordato il Pontefice, ci è stata donata da Gesù Cristo, e a partire da essa deriva la speranza “per il presente e per il futuro delle persone e del mondo”. “A motivo del suo legame con la parola – ha infine aggiunto il Papa – la radio partecipa alla missione della Chiesa e alla sua visibilità, ma al contempo genera un nuovo modo di vivere, di essere e di fare Chiesa”, con implicazioni “ecclesiologiche e pastorali”. Da qui l’importanza di “rendere attraente la Parola di Dio” per “toccare il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo” e “partecipare alla trasformazione della vita dei nostri contemporanei”.

Sir