Vita Chiesa
BENEDETTO XVI, UDIENZA: GREGORIO MAGNO, GUIDA PER IL NOSTRO TEMPO
Un grande papa e un grande dottore della Chiesa, che è anche una guida per noi, per il nostro tempo, grazie anche alla sua capacità di stare vicino a tutti i bisogni della gente. Così il Papa ha definito san Gregorio Magno, eletto papa nel 590, al centro della catechesi dell’udienza di oggi. In un tempo disastroso, anzi disperato ha detto Benedetto XVI a braccio, al termine della catechesi ha saputo creare pace e dare speranza. Ci mostra dov’è la vera sorgente della pace, da dove viene la speranza e così è anche una guida per noi, per la Chiesa del nostro tempo, grazie anche alla sua capacità di stare vicino a tutti i bisogni della gente. Fin dall’inizio del suo pontificato ha detto Benedetto XVI in piazza S. Pietro, di fronte a circa17 mila partecipanti rivelò una visione singolarmente lucida della realtà con cui doveva misurarsi, una straordinaria capacità di lavoro nell’affrontare gli affari tanto ecclesiastici quanto civili, un costante equilibrio nelle decisioni,anche coraggiose, che l’ufficio gli imponeva. Tra i problemi che affliggevano in quel tempo l’Italia e Roma ha ricordato il Santo Padre – ve n’era uno di particolare rilievo in ambito sia civile che ecclesiale: la questione longobarda,a cui il Papa dedicò ogni energia possibile in vista di una soluzione veramente pacificatrice.
A differenza dell’Imperatore bizantino, per il quale i Longobardi erano individui rozzi e predatori da sconfiggere o sterminare, san Gregorio Magno ha spiegato il Papa – vedeva questa gente con gli occhi Del buon pastore, preoccupato di annunciare loro la parola di salvezza, stabilendo con essi rapporti di fraternità in vista di una futura pace fondata sul rispetto reciproco e sulla serena convivenza tra italiani, imperiali e longobardi. Su questa strada, che riteneva giustamente la sola in grado di portare una pace effettiva a Roma e in Italia, il Papa si impegnò a fondo, intraprendendo una serrata trattativa col re longobardo Agilulfo, che portò ad un periodo di tregua seguito da un più stabile armistizio, grazie anche ai paralleli con tattiche, nel frattempo, il Papa intratteneva con la regina Teodolinda, bavara e cattolica. Tre, in sintesi, gli obiettivi di Gregorio: contenere l’espansione dei Longobardi in Italia; sottrarre la regina Teodolinda all’influsso degli scismatici e rafforzarne la fede cattolica; mediare tra Longobardi e Bizantini in vista di un accordo che garantisse la pace nella penisola e in pari tempo consentisse di svolgere un’azione evangelizzatrice tra i Longobardi stessi. Duplice, quindi, il suo costante orientamento: promuovere intese sul piano diplomatico-politico, diffondere l’annuncio della vera fede tra le popolazioni.
San Gregorio Magno impartiva precise istruzioni affinché i beni della Chiesa, utili alla sua sussistenza e alla sua opera evangelizzatrice nel mondo, fossero gestiti con assoluta rettitudine e secondo le regole della giustizia e della misericordia. Lo ha sottolineato il Papa durante l’udienza generale di oggi, in cui ha parlato non solo dell’azione spirituale del grande papa, ma anche del suo essere attivo protagonista anche di una multiforme attività sociale. Per quanto riguarda i beni ecclesiastici, ha detto il Santo Padre, Gregorio esigeva che i coloni fossero protetti dalle prevaricazioni dei concessionari delle terre di proprietà della Chiesa e, in caso di frode, fossero prontamente risarciti, affinché non fosse inquinato con profitti disonesti il volto della sposa di Cristo. Nonostante le condizioni difficilissime in cui si trovò adoperare – ha fatto notare Benedetto XVI riuscì a conquistarsi, grazie alla santità della vita e alla ricca umanità, la fiducia dei fedeli, conseguendo per il suo tempo e per il futuro risultati veramente grandiosi. Proprio per questo ha concluso il Pontefice – ancora oggi noi guardiamo a lui con ammirazione, riconoscendone la superiore personalità, il fascino dell’esempio, la profondità dell’insegnamento, di cui parlerò nella catechesi di mercoledì prossimo, ha annunciato.
Contribuire, con rinnovato impegno, ad affrontare l’odierna emergenza educativa nella città di Roma, cuore della cristianità. E’l’invito rivolto oggi da Benedetto XVI alle suore Mestre Pie Filippini, in occasione del terzo centenario di apertura a Roma della prima scuola, da parte di S. Lucia Filippini. Salutando i fedeli di lingua italiana, il Papa si è rivolto inoltre ai sacerdoti del Pontificio Collegio San Paolo apostolo, che hanno terminato gli studi nelle diverse Università Pontificie e stanno per ritornare nei rispettivi loro Paesi. Cari sacerdoti le parole del Santo Padre vi esorto a vivere sempre con fedeltà il ministero pastorale, facendo tesoro della formazione ricevuta in questi anni a Roma.