Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: LA FEDE È AMORE, E CREA POESIA E MUSICA

La visita ad limina “rafforza la nostra fede”, e ci aiuta a “comprendere e cogliere sempre più l’amore di Dio, sorgente e fonte della nostra gioia”. Con queste parole il Papa ha iniziato l’udienza generale di oggi,la cui prima parte si è svolta nella Basilica di S. Pietro. “Soprattutto alle persone più deboli”, ha proseguito Benedetto XVI – “dobbiamo testimoniare questo amore che cambia la vita”, per “costruire un mondo più giusto e solidale”.“La fede è amore, e perciò crea poesia e crea musica”. Lo ha detto il Papa, riferendosi a Romano il Melode, nato in Siria verso il 490, protagonista della catechesi dell’udienza generale di oggi, svoltasi in due tempi – prima in Basilica e poi nell’ Aula Paolo VI – alla presenza di circa 15mila persone. “Romano resta nella storia come uno dei più rappresentativi autori di inni liturgici della Chiesa cristiana d’Oriente”, ha detto Benedetto XVI,ricordando che “l’omelia era allora, per i fedeli, l’occasione praticamente unica d’istruzione catechetica”. Romano il Melode si pone, dunque, “come testimone eminente del sentimento religioso della sua epoca”: “Attraverso le sue composizioni – le parole del Pontefice – possiamo renderci conto della creatività liturgica, del pensiero teologico, dell’estetica e dell’innografia sacra di quel tempo”. Indicativo era anche il luogo in cui Romano predicava: “un santuario di periferia. Saliva all’ambone posto al centro della chiesa e parlava alla comunità ricorrendo ad una messinscena piuttosto dispendiosa: utilizzava raffigurazioni murali o icone disposte sull’ambone e ricorreva anche al dialogo”. Per il Papa, Romano “era un catechista più che un teologo in senso stretto”, e “sua preoccupazione era di comunicare ai fedeli il piano di Dio perla salvezza degli uomini in Cristo mostrando lo stretto legame tra creazione e redenzione”. “Se la fede è viva, la cultura cristiana non diventa passato, ma rimane viva e presente”. Lo ha detto il Papa, a conclusione della catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla figura di Romano il Melode, teologo, poeta e compositore. “Se la fede è viva – ha proseguito Benedetto XVI fuori testo – anche oggi possiamo rispondere all’imperativo: ‘Cantate al Signore un cantico nuovo”. “Creatività, innovazione, cultura nuova e presenza di tutta la vitalità culturale – le parole a braccio del Pontefice – nella fede non si escludono”, ma testimoniano “la presenza della bellezza, della gioia di essere figli di Dio”. Quella di Romano il Melode, ha spiegato il Santo Padre, è “una cristologia semplice ma fondamentale”, quella dei “grandi Concili” ma “vicina alla pietà popolare”, perché “nata dalla conoscenza del cuore cristiano”. In particolare, Romano il Melode “ci ricorda tutto il tessuto della cultura cristiana, nata dalla fede, nata dal cuore, che si è incontrata con Cristo”. “Da questo contatto col cuore, con la vita – ha proseguito Benedetto XVI – nasce tutta l’eredità cristiana”, che “rimane viva e presente”. In questa prospettiva, ha concluso il Pontefice, “le cattedrali, o la grande musica come quella di Mozart, non sono cose del passato, ma case di vita: dove siamo a casa, incontriamo Dio e ci incontriamo l’uno con l’altro”.Sir