Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: QUANDO SI DIALOGA NELLA VERITA’ SCOMPAIONO LE POLEMICHE

“Quando si dialoga alla luce della verità, a verità Diventa luce per tutti, scompaiono le polemiche, diventa possibile avvicinarsi”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza generale di oggi, dedicata alla “misteriosa” figura dello Pseudo-Dionigi Aeropagita, il membro del consiglio dell’Areopago che san Paolo incontrò nella sua visita ad Atene, i cui scritti risalgono all’inizio del VI secolo. “Il dialogo – ha ammonito Benedetto XVI – non nasce dalla superficialità: quando si entra nella profondità dell’incontro con Cristo, si apre lo spazio ampio del dialogo “Percorrere la strada dell’esperienza umile della fede, ogni giorno, così il cuore diventa grande e può illuminare anche la ragione”: questo l’auspicio espresso da Benedetto XVI al termine della catechesi, davanti a circa 18 mila fedeli. Il Santo Padre ha concluso con l’esortazione a “mettere al servizio del Vangelo la saggezza dei nostri tempi”, sulla scorta dell’esempio di Dionigi, “e così trovare di nuovo la bellezza della fede, l’incontro con Dio in Cristo”.

Lo Pseudo Dionigi Aeropagita, per il Papa, è stato “il grande mediatore del dialogo moderno tra il cristianesimo e le teologie mistiche dell’Asia”, che parlano di Dio “solo in forma negativa”, e ha fatto sì “che il pensiero greco si incontrasse con l’annuncio di San Paolo”. In un “tempo di acerbe polemiche” e di “pensiero profondamente anticristiano”, Dionigi “ha purificato il pensiero greco”, mostrando che “l’espressione del vero dialogo sta nel cercare non le cose che separano, ma la verità stessa”. In un’epoca in cui il neoplatonismo veniva usato “in senso anticristiano”, Dionigi “osa usare questo pensiero per mostrare la verità di Cristo”: così “trasforma l’universo politeistico in un cosmo creato da Dio”, caratterizzato dall’”armonia”, e “trasforma l’immaginario politeistico in un elogio del Creatore e della sua creatura”. Caratteristica “essenziale” del suo pensiero, ha spiegato infatti il Papa, è “anzitutto la lode cosmica: tutta la creazione parla di Dio, è un elogio di Dio. La sua teologia diventa teologia liturgica: Dio si trova lodandolo, pregandolo, non solo riflettendo”. In sintesi,quella di Dionigi è “una teologia cosmica, ecclesiale, liturgica, ma anche profondamente personale. Ha creato la prima grande teologia mistica, che con lui acquista un nuovo significato: diventa più personale, più intima, esprime il cammino dell’anima verso Dio”.

“L’amore vede più che la ragione”. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi di oggi ha citato un pensiero di san Bonaventura, mutuato dallo Pseudo-Dionigi Aeropagita, il teologo del VI secolo al centro dell’udienza generale di oggi. Ricordando il “grande influsso” di Dionigi “su tutta la teologia mistica medievale”, Benedetto XVI ha fatto notare che l’Aeropagita “fu riscoperto soprattutto da San Bonaventura, che vi ha trovato gli strumenti concettuali” per descrivere “l’unità così semplice, così profonda, di san Francesco”. “Nelle tenebre della ragione – ha detto il Papa citando ancora San Bonaventura, e la sua interpretazione di Dionigi – la fede vede, è occhio; l’esperienza ci dà più della riflessione”. Per Dionigi, in particolare, “nella semplicità delle immagini della Bibbia troviamo la ‘faccia’ di Dio: così Possiamo capire che neanche i più alti concetti di Dio non arrivano a descrivere la grandezza di Dio”. In questo senso, la teologia dell’Aeropagita è essenzialmente “una teologia negativa”, perché “si riesce più facilmente a dire ciò che Dio non è, più che ciò che è”. In questo modo, ha concluso il Papa, per Dionigi “solo nelle immagini possiamo trovare il vero volto di Dio, nel suo volto molto concreto, che è Cristo”.

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