Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN USA, ALL’ONU: PROMUOVERE I DIRITTI UMANI PER ELIMINARE INGIUSTIZIE

“La promozione dei diritti umani rimane la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali, come pure per un aumento della sicurezza”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI, parlando in francese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, in riferimento al 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il Papa ha citato la necessità, nelle relazioni internazionali, di “riconoscere il superiore ruolo che giocano le regole e le strutture intrinsecamente ordinate a promuovere il bene comune”. A proposito della ricerca scientifica e tecnologica, ha ricordato che, “nonostante gli enormi benefici che l’umanità può trarne, alcuni aspetti di tale applicazione rappresentano una chiara violazione dell’ordine della creazione, sino al punto in cui non soltanto viene contraddetto il carattere sacro della vita, ma la stessa persona umana e la famiglia vengono derubate della loro identità naturale”. Benedetto XVI ha poi messo l’accento sul principio della “responsabilità di proteggere”: “Ogni Stato ha il dovere primario di proteggere la propria popolazione da violazioni gravi e continue dei diritti umani, come pure dalle conseguenze delle crisi umanitarie, provocate sia dalla natura che dall’uomo”. Ma “se gli Stati non sono in grado di garantire simile protezione, la comunità internazionale deve intervenire con i mezzi giuridici previsti”.

L’azione della comunità internazionale, ha affermato il Papa, “non deve mai essere interpretata come un’imposizione indesiderata e una limitazione di sovranità. Al contrario, è l’indifferenza o la mancanza di intervento che recano danno reale”. Il Papa ha quindi invitato ad “una ricerca più profonda di modi di prevenire e controllare i conflitti”. I diritti umani, ha detto, “sono basati sulla legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo e presente nelle diverse culture e civiltà”. “Rimuovere i diritti umani da questo contesto – secondo il Papa – significherebbe restringere il loro ambito e cedere ad una concezione relativistica” per cui “l’interpretazione dei diritti potrebbe variare e la loro universalità verrebbe negata in nome di contesti culturali, politici, sociali e persino religiosi differenti”. Certo, ha riconosciuto, “le vittime degli stenti e della disperazione, la cui dignità umana viene violata impunemente, divengono facile preda del richiamo alla violenza e possono diventare in prima persona violatrici della pace”. Quindi ha esortato “a raddoppiare gli sforzi di fronte alle pressioni per reinterpretare i fondamenti della Dichiarazione”, pressioni a volte fatte solo “per soddisfare semplici interessi, spesso interessi particolari”.

“I diritti umani debbono esser rispettati quali espressione di giustizia e non semplicemente perché possono essere fatti rispettare mediante la volontà dei legislatori”, ha sottolineato il Papa. “Quando vengono presentati semplicemente in termini di legalità – ha spiegato -, i diritti rischiano di diventare deboli proposizioni staccate dalla dimensione etica e razionale”. Di fronte a nuove situazioni serve quindi “il discernimento”, che “mostra come l’affidare in maniera esclusiva ai singoli Stati, con le loro leggi ed istituzioni, la responsabilità ultima di venire incontro alle aspirazioni di persone, comunità e popoli interi può talvolta avere delle conseguenze che escludono la possibilità di un ordine sociale rispettoso della dignità e dei diritti della persona”. D’altra parte, ha evidenziato, “una visione della vita saldamente ancorata alla dimensione religiosa può aiutare a conseguire tali fini”. Da qui l’invito alle Nazioni Unite a favorire e sostenere il dialogo interreligioso, quale “mezzo mediante il quale le varie componenti della società possono articolare il proprio punto di vista”. Tra i diritti umani il Papa ha ribadito quello alla libertà religiosa: “È perciò inconcepibile che dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti”.

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