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Striscia di Gaza: padre Romanelli al Sir, «il miracolo si è verificato, dalle 5,30 è in vigore una tregua»

«Il miracolo si è verificato! Dalle 5.30 di stamattina è entrata in vigore una tregua. I due contendenti sembrano la stiano rispettando. Le scuole oggi saranno ancora chiuse. In città il movimento sta riprendendo lentamente». Così padre Gabriel Romanelli al Sir sull'entrata in vigore di una tregua concordata tra Israele e Jihad islamica.

La Jihad islamica palestinese ha confermato l’accordo entrato in vigore stamane: «L’occupazione ha accettato le condizioni dettate dalla resistenza», ha affermato un portavoce dell’organizzazione. «Alla calma risponderemo con la calma. La Jihad islamica ha subito un duro colpo»: ha dichiarato, dal canto suo, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz. In un’intervista alla radio militare, Katz ha precisato che anche in futuro «Israele non esiterà a colpire chiunque lo minacci». Il ministro ha poi rilevato che «il non coinvolgimento di Hamas nei combattimenti è un successo di Israele».

Nei bombardamenti seguiti all’uccisione a Gaza del comandante militare della Jihad islamica Baha Abu al-Ata, martedì scorso, sono rimasti uccisi, secondo il ministero della Sanità di Gaza, 32 palestinesi e ne sono stati feriti altri 100. Questo bilancio include sei membri della stessa famiglia – fra cui due donne – che sono rimasti uccisi questa notte a Deir el-Balah, a sud di Gaza, quando la loro casa è stata centrata e distrutta dal fuoco israeliano. Lo riferiscono fonti locali. Ramsi Abu Malhus, 45 anni, il capo della famiglia rimasta uccisa questa notte a Deir el-Balah, era il comandante dei lanciatori di razzi della Jihad islamica nel settore centrale della Striscia di Gaza. Lo sostiene la radio militare israeliana.

Ieri padre Romanelli aveva lanciato, proprio attraverso il Sir, un appello ad un immediato cessate-il-fuoco di fronte all’inasprirsi degli scontri seguiti all’uccisione da parte di Israele del comandante militare della Jihad Islamica a Gaza, Baha Abu al-Ata. La Jihad Islamica aveva sparato almeno 220 razzi, costringendo migliaia di israeliani a rintanarsi nei rifugi antimissili. Da parte sua l’aviazione israeliana aveva compiuto numerosi raid bombardando postazioni sulla Striscia di Gaza.