Vita Chiesa

CONVEGNO SU WOJTYLA E LA MISERICORDIA: CARD. SCHÖNBORN (VIENNA), L’EUTANASIA NON È MISERICORDIA MA OMICIDIO

Giovanni Paolo II “trovò, nelle parole, nei messaggi che suor Faustina ricevette da Gesù e che trasmise in un linguaggio del tutto semplice, la risposta ai grandi quesiti e alle sfide del nostro tempo”. Con queste parole l’arcivescovo di Vienna, card. Christoph Schönborn, ha ricordato papa Wojtyla aprendo, oggi pomeriggio a Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano, il primo congresso mondiale sulla Divina Misericordia. Egli, ha aggiunto Schönborn, “ha riflettuto, alla luce di questi messaggi, per tutta la vita, sull’inesauribile mistero della Divina Misericordia. Questo mistero ha plasmato il suo operato di sacerdote, di vescovo e di papa ed ha toccato, attraverso la sua persona, un numero infinito di uomini in tutto il mondo. Egli era davvero un testimone unico della Misericordia”. Il porporato ha evidenziato come “il cammino terreno” di Giovanni Paolo II sia finito proprio la “Domenica della Misericordia, festa che egli stesso aveva introdotto nell’anno del giubileo del 2000”, canonizzando suor Maria Faustina Kowalska. “È difficile, anzi impossibile, non ravvisare in questa coincidenza un «segno del Cielo»”. E si è domandato: “Non ha messo Dio stesso la sua firma sotto tutto un programma di vita, che papa Giovanni Paolo II ha ripetutamente caratterizzato, in modo del tutto esplicito, come la sua missione?”.

“La misericordia è un atteggiamento fondamentale dell’uomo”, ha ricordato il card. Christoph Schönborn. Il porporato ha quindi affrontato il tema dell’eutanasia. “Alcuni cercano, oggi, di far passare l’eutanasia per misericordia. Non è crudele lasciare che un malato si contorca nel dolore fino alla morte? Non è misericordioso abbreviare la sua sofferenza?”. “Dà da pensare – ha osservato – che i promotori dell’eutanasia debbano, per così dire, «abbellire» l’uccisione di un malato, per poterla difendere”. Ma, ha aggiunto, “come cristiani dobbiamo cercare di chiamare le cose con il loro nome, di porle alla luce della verità”: ecco, dunque, che “l’eutanasia è un omicidio, anche se la si nasconde sotto il mantello della misericordia”. Il card. Schönborn ha poi ricordato che “la misericordia non è un sentimento vago di amore universale”, bensì “è concreta”, “non riguarda in qualche modo un po’ tutti, ma colui che, qui ed ora, ha bisogno del mio aiuto”. “Tutti noi però abbiamo bisogno di aiuto”, ha proseguito l’arcivescovo di Vienna, anche se possiamo ritenere il contrario. “Questa cosa – ha affermato – mi è diventata particolarmente chiara nel mio lavoro con le persone dipendenti, in particolar modo con gli alcolizzati. Come può far presa qui la misericordia, se manca la comprensione della propria miseria?”. Proprio la dipendenza, ha precisato, è “una similitudine per tutti noi che confidiamo ancora troppo poco nella Misericordia di Gesù. Gesù sa di quanta misericordia abbiamo bisogno. Noi, spesso questo non lo capiamo ancora, o ancora troppo poco”. “L’indurimento di cuore è il contrario della misericordia”, è “distacco da Dio e perdita della propria umanità” ed è anche “il peccato primario dell’uomo nei confronti di Dio, e sempre poi anche nei confronti del prossimo”. “Solo l’amore di Dio che arriva fino alla croce – ha concluso il card. Schönborn – può aprire una breccia nei nostri cuori induriti. Egli ha mostrato il suo amore per noi dando la sua vita per i suoi nemici. solo questo eccesso di misericordia verso coloro che lo uccidono può aprire i cuori”.

“Sono presenti a questo congresso mondiale 200 delegazioni da altrettanti Paesi dei cinque continenti e delle conferenze episcopali. E’ un segno dell’attenzione che si avverte nel mondo per il messaggio della Divina Misericordia e dell’esigenza che sia ulteriormente diffuso”: lo ha detto il card. Schönborn, arcivescovo di Vienna, ai giornalisti che gli chiedevano un primo commento sul congresso aperto stamane con la messa di suffragio a tre anni dalla morte di Giovanni Paolo II. “La misericordia deve camminare a fianco della giustizia – ha aggiunto – perché l’una senza l’altra non può stare, ma il mistero della Divina Misericordia supera ogni possibilità umana di comprendere la misura dell’amore di Dio per l’uomo”.

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