Vita Chiesa
ASSEMBLEA RELIGIOSE, MADRE SIMIONATO (USMI): COSTRUIRE UNA COSCIENZA CIVILE ROBUSTA
La vita religiosa, al di là delle sue forme storiche, è una risorsa dello Spirito donato alla Chiesa. È una risorsa anche per il suo concreto apporto nel costruire una coscienza civile robusta, attraverso il richiamo ad una visione dell’uomo che rispecchi il pensiero dell’Autore, Dio nostro Padre: lo ha detto questa mattina a Roma madre Teresa Simionato, presidente dell’Usmi (Unione Superiore Maggiori Italiane), aprendo di fronte alle responsabili delle circa 600 congregazioni aderenti i lavori della 55° assemblea nazionale dedicata al tema La vita religiosa, risorsa ecclesiale per il bene comune. Inserita nei diversi contesti, attraverso la testimonianza della vita fraterna in comunità, la vita consacrata ha poi proseguito – sollecita e favorisce la crescita di quel senso civico e di corresponsabilità che porta ad interessarci di quel bene comune che è di tutti e che, per questo, deve poter essere accessibile a tutti. Parlare di bene comune ha aggiunto – non solo è possibile ma è costitutivo della persona, perché la nostra origine’ è comune e ogni realizzazione umana passa attraverso la condivisione con l’altro.
Negli ultimi anni le religiose italiane hanno dovuto affrontare la difficile stagione del cambiamento in cui l’aspetto più drammatico è la scissione tra la vita e la fede, ha detto ancora madre Teresa Simionato, nella sua relazione. Tra i rischi sui quali porre l’attenzione c’è quello della frantumazione, tipico della cultura contemporanea ha aggiunto -. Per questo bisogna accompagnare il processo di trasformazione delle opere, della riduzione dei servizi, per aiutarci a non perdere il cuore della vita religiosa, facendo anche circolare un amore interculturale, di fronte alla forte mobilità etnica che sta investendo i paesi occidentali. Madre Simionato ha ricordato i frequenti momenti di scambio e collaborazione con altri organismi religiosi ed ecclesiali (Cei, Cism-superiori maggiori, Ucesm-Unione conferenze europee superiori maggiori), un fatto positivo mentre la vita religiosa sta vivendo in Italia e in Europa una crisi di cambiamento piuttosto radicale.
Ci sono modelli, e quello congregazionale è fra questi, destinati inevitabilmente al superamento storico: ha affermato la presidente dell’Usmi. Esso è fiorito quando alcuni servizi erano assolutamente centrali per il riscatto da una diffusa situazione di povertà (scuole, ospedali, lavoro ecc.). Oggi tutto ciò, almeno in occidente, è relativamente garantito dallo Stato, mentre la forma di vita religiosa, nata per questi compiti, con strutture finalizzate a tali scopi, è entrata in crisi e potrebbe essere destinata a finire. Le religiose quindi debbono secondo madre Simionato cercare un costante ritorno alle fonti della vita consacrata, attuando una maggiore collaborazione tra istituti, in particolare attraverso i processi in atto per giungere a federazioni, unioni, e talvolta anche a fusioni tra Congregazioni con carismi affini. La presidente ha invitato anche a una presenza più segno’ e meno iperattiva all’interno della Chiesa locale, oltre che a dedicarsi ai gruppi etnici che popolano le nostre città, che sono i nuovi aeropaghi della missione della vita religiosa. In Italia vi sono attualmente circa 122mila religiose (tra di loro oltre 6.600 monache di clausura, in 468 comunità, con oltre 300 novizie).