Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’AMBASCIATORE DI SERBIA: NELLA CRISI DEL KOSOVO PRUDENZA E MODERAZIONE

Un appello “a tutte le parti coinvolte ad agire con prudenza e moderazione, e a cercare soluzioni atte a favorire il rispetto e la riconciliazione reciproca”. Lo ha lanciato questa mattina, con riferimento “all’attuale crisi in Kosovo”, Benedetto XVI, ricevendo in Vaticano Vladeta Jankovic, ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica di Serbia presso la Santa Sede, che gli ha presentato le lettere credenziali. “So quando profondamente le popolazioni serbe hanno sofferto nel corso dei recenti conflitti – ha detto il Papa – e voglio esprimere la mia sincera preoccupazione per loro e per le altre nazioni dei Balcani colpite dai tristi eventi dell’ultimo decennio. La Santa Sede condivide il vostro profondo desiderio che la pace raggiunta porterà stabilità duratura alla regione”. Di qui, riferendosi al Kosovo, l’appello alla “prudenza e moderazione” tra le parti. Rammentando che “molte divisioni tra i popoli dell’Europa” sono conseguite alla “tragica perdita dell’unità del cristianesimo”, il Pontefice ha quindi espresso soddisfazione per “il progresso compiuto nelle relazioni tra cristiani ortodossi e cattolici”, e gratitudine alla Chiesa ortodossa serba per aver ospitato nel 2006 l’incontro della Commissione mista per il dialogo teologico tra cattolici e ortodossi. “La posizione geografica della Serbia”, ha proseguito il Papa rivolgendosi al neoambasciatore del paese balcanico, le consente “un’opportunità unica di promuovere il dialogo ecumenico, mentre la sua familiarità con l’Islam” apre “a ricche possibilità” nel “dialogo interreligioso”. “Entrambi questi processi – ha sottolineato Benedetto XVI – sono della massima importanza per instaurare maggiore comprensione e rispetto” tra i popoli e le nazioni. Il Pontefice ha quindi assicurato che “la Chiesa cattolica in Serbia desidera approfondire sempre più le sue buone relazioni con il Santo Sinodo”, e impegnarsi per promuovere l’unità dei cristiani e un “riavvicinamento tra gli appartenenti alle altre religioni, per contribuire così” alla “pace e all’armonia” fra le nazioni. Armonia per la quale, ha precisato, “un elemento indispensabile” è “la libertà religiosa”. Per il Papa, “i passi intrapresi negli ultimi anni dalla Serbia per garantire questo fondamentale diritto umano sono molto apprezzati. Il progetto di restituire alle Chiese e alle comunità religiose le proprietà nazionalizzate dalla Federazione serba, e l’introduzione dell’insegnamento religioso nelle scuole hanno contribuito al rinnovamento spirituale” del Paese, e in questo senso “è stato dato un importante esempio dal quale altri governi possono imparare”.Sir