Vita Chiesa

GIOVANI: VESCOVO AREZZO, PATTO EDUCATIVO CONTRO «DIPENDENZE»

Il disagio giovanile si manifesta, anche in un territorio come quello di Arezzo, “nell’escalation del consumo di stupefacenti, nell’abuso di alcool, nell’eccessiva velocità al volante, nel divertimento ad ogni costo, nel bullismo e nello sport violento”. E’ quanto scrive il vescovo di Arezzo, monsignor Gualtiero Bassetti, nel messaggio indirizzato alla diocesi in occasione della festa della Madonna del Conforto, che si celebra domani 15 febbraio. Per questo il vescovo propone un “patto educativo che metta al centro il giovane come persona e non come ricettacolo di messaggi distorti o addirittura come consumatore”. Se è vero che i giovani cercano risposte nelle “dipendenze”, secondo monsignor Bassetti, il cui messaggio è stato anticipato sulle pagine del settimanale ‘ToscanaOggi’, si tratta di risposte che “si rivelano menzognere e hanno il volto di inganni che non valgono a dare senso alla vita, ma a distruggerla”. Per il vescovo l’incertezza che attanaglia il mondo giovanile è la “conseguenza del fatto che la società adulta non ha più punti di riferimento certi”. Ciò porta anche i giovani a ritagliarsi “uno spazio dentro cui poter trovare risposte affidandosi unicamente alle informazioni di cui sono bersagliati”. E anche i mass-media danno “l’illusione che l’informazione di massa – continua il vescovo – sia sinonimo di formazione. Invece ogni messaggio viene equiparato all’altro, senza una gerarchia di valori”. Da qui l’idea del patto, un progetto ‘pilota’, da realizzare coinvolgendo “la famiglia, la Chiesa locale con le sue parrocchie e i suoi organismi diocesani, le istituzioni civili, la scuola, la nostra università voluta da Amintore Fanfani, l’associazionismo, il volontariato, le forze dell’ordine, i sodalizi sportivi e i gestori dei luoghi di aggregazione giovanile”. La festa di domani vedrà sfilare circa 60mila persone davanti all’immagine della Vergine – una riproduzione della Madonna di Provenzano – che nel 1796 si illuminò miracolosamente in una taverna della città e fece cessare il terremoto. (ANSA).