Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: APPROFONDIRE VERITA’ ANTROPOLOGICA DELL’UOMO E DELLA DONNA

Di fronte alle correnti culturali che cercano di confondere le differenze sessuali iscritte nella natura umana, va richiamato il disegno di Dio sull’uomo e la donna: è l’esortazione di Benedetto XVI, rivolta stamani ai partecipanti al Convegno per il 20.mo anniversario della Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem. Il saluto al Papa è stato rivolto dal cardinale Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, dicastero che ha promosso il convegno. “Dio affida alla donna e all’uomo, secondo le proprie peculiarità, una specifica vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo”, ha detto il Papa rimarcando come il rapporto uomo-donna costituisca “un punto centrale della questione antropologica, così decisiva nella cultura contemporanea”. Giovanni Paolo II, è stata la sua riflessione, ha voluto “approfondire le verità antropologiche fondamentali dell’uomo e della donna, l’uguaglianza in dignità e l’unità dei due, la radicata e profonda diversità tra il maschile e il femminile e la loro vocazione alla reciprocità e alla complementarità”. “Quando, pertanto, l’uomo o la donna – ha setto il Papa – pretendono di essere autonomi e totalmente auto-sufficienti, rischiano di restare rinchiusi in un’auto-realizzazione che considera come conquista di libertà il superamento di ogni vincolo naturale, sociale o religioso, ma che di fatto li riduce a una solitudine opprimente”.L’unità-duale dell’uomo e della donna, ha proseguito, “si basa sul fondamento della dignità di ogni persona, creata a immagine e somiglianza di Dio”, evitando “tanto una uniformità indistinta e una uguaglianza appiattita e impoverente quanto una differenza abissale e conflittuale”. Benedetto XVI ha dunque ribadito che occorre “una rinnovata ricerca antropologica che, sulla base della grande tradizione cristiana, incorpori i nuovi progressi della scienza e il dato delle odierne sensibilità culturali”. In tal modo, ha aggiunto, si può “approfondire non solo l’identità femminile ma anche quella maschile, essa pure oggetto non raramente di riflessioni parziali e ideologiche”. “Di fronte a correnti culturali e politiche che cercano di eliminare, o almeno di offuscare e confondere, le differenze sessuali iscritte nella natura umana considerandole una costruzione culturale, è necessario richiamare il disegno di Dio che ha creato l’essere umano maschio e femmina, con un’unità e allo stesso tempo una differenza originaria e complementare”.Le dimensioni femminile e maschile, ha aggiunto, “si corrispondono e si completano”. Quindi, richiamando un suo intervento durante il viaggio apostolico in Brasile, del maggio scorso, il Papa ha criticato la persistenza di “una mentalità maschilista”, che ignora la novità del cristianesimo, “il quale riconosce e proclama l’uguale dignità e responsabilità della donna rispetto all’uomo”: “Ci sono luoghi e culture – ha detto Benedetto XVI – dove la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali per sostenere la disparità dei sessi, dove si consumano atti di violenza nei confronti della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e di sfruttamento nella pubblicità e nell’industria del consumo e del divertimento”. Dinanzi a “fenomeni così gravi e persistenti”, è stato il richiamo del Papa, è “ancor più urgente” l’impegno dei cristiani “perché diventino dovunque promotori di una cultura che riconosca alla donna, nel diritto e nella realtà dei fatti, la dignità che le compete”. Ha così ribadito il ruolo insostituibile della donna e dell’uomo nella famiglia, “comunità di amore aperta alla vita”. Sin dal loro concepimento, ha affermato, “i figli hanno il diritto di poter contare sul padre e sulla madre che si prendano cura di loro e li accompagnino nella loro crescita”. Parole corredate da una viva esortazione alle istituzioni civili: “Lo Stato, da parte sua, – ha detto – deve appoggiare con adeguate politiche sociali tutto ciò che promuove la stabilità e l’unità del matrimonio, la dignità e la responsabilità dei coniugi, il loro diritto e compito insostituibile di educatori dei figli. Inoltre, è necessario che anche alla donna sia reso possibile collaborare alla costruzione della società, valorizzando il suo tipico genio femminile”. Dal canto suo, nell’indirizzo d’omaggio, il cardinale Stanisław Ryłko ha sottolineato che dal convegno sulla Mulieris Dignitatem nasce un invito per tutti, donne e uomini, a tener presente che “ogni discorso sulla promozione della donna nella società e nella Chiesa deve fondarsi su una solida antropologia”, “sulla piena verità sull’essere umano, che esiste sempre e solo come femmina e come maschio”. (Fonte: Radio Vaticana)