Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: MESSAGGIO PER LA QUARESIMA, L’ELEMOSINA DEVE ESSERE NASCOSTA

L’elemosina “deve essere nascosta”, perché “tutto deve essere compiuto a gloria di Dio e non nostra”. E’ questa la “consapevolezza che deve accompagnare “ogni gesto d’aiuto al prossimo evitando che si trasformi in un mezzo per porre in evidenza noi stessi”. A scriverlo è il Papa,nel Messaggio per la Quaresima– diffuso oggi – interamente dedicato alla pratica dell’elemosina, che “rappresenta un modo concreto di venire in aiuto a chi è nel bisogno e, al tempo stesso, un esercizio ascetico per liberarsi dall’attaccamento ai beni terreni”. “Se nel compiere una buona azione – ammonisce Benedetto XVI – non abbiamo come fine la gloria di Dio e il vero bene dei fratelli, ma miriamo piuttosto ad un ritorno di interesse personale o semplicemente al plauso, ci poniamo fuori dell’ottica evangelica”. “Nella moderna civiltà dell’immagine – prosegue il Papa – occorre vigilare attentamente, poiché questa tentazione è ricorrente”. L’elemosina evangelica, infatti, “non è semplice filantropia”, ma “un’espressione concreta della carità,che esige l’interiore conversione all’amore di Dio e dei fratelli”. “A ben poco serve donare i propri bene agli altri, se per questo il cuore di gonfia di vanagloria”, incalza il Papa, ringraziando “le tante persone che nel silenzio,lontano dai riflettori della società mediatica, compiono azioni generose di sostegno al prossimo in difficoltà”.

All’inizio del Messaggio, il Papa cita la frase di Gesù riportata dal Vangelo di Luca: “Non potete servire a Dio e al denaro”, e ricorda “quanto sia forte la suggestione delle ricchezze materiali, e quanto netta debba essere la nostra decisione di non idolatrarle”. L’elemosina, dunque, “ci aiuta a vincere questa costante tentazione, educandoci a venire incontro alle necessità del prossimo e a condividere con gli altri quanto per bontà divina possediamo”. Secondo il Vangelo, infatti, “noi non siamo proprietari bensì amministratori dei beni che possediamo”, che “non vanno considerati come esclusiva proprietà, ma come mezzi attraverso i quali il Signore chiama ciascuno di noi a farsi tramite della sua provvidenza verso il prossimo”, a partire dalla consapevolezza che “i beni materiali rivestono una valenza sociale”, come ci ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica. Nel Vangelo, sottolinea inoltre il Papa, “è chiaro il monito di Gesù verso chi possiede e utilizza solo per sé le ricchezze terrene”, soprattutto “di fronte alle moltitudini che, carenti di tutti, patiscono la fame”. “Soccorrere” le “moltitudini che soffrono nell’indigenza e nell’abbandono” è “un dovere di giustizia prima ancora che un atto di carità”, ammonisce il Papa esortando alla “condivisione”in particolar modo i Paesi “la cui popolazione è composta in maggioranza da cristiani”.

“L’elemosina, avvicinandosi agli altri, ci avvicina a Dio e può diventare strumento di autentica conversione e riconciliazione con Lui e con i fratelli”. Ne è convinto il Papa, secondo il quale “ogni volta che per amore di Dio condividiamo i nostri beni con il prossimo bisognoso, sperimentiamo che la pienezza di vita viene dall’amore e tutto ci ritorna come benedizione in forma di pace, di interiore soddisfazione e di gioia”. Questo perché l’elemosina educa alla generosità dell’amore”, osserva il Papa citando l’esempio di San Giuseppe Cottolengo”. In questa prospettiva, scrive Benedetto XVI, “quando gratuitamente offre se stesso, il cristiano testimonia che non è la ricchezza materiale a dettare le leggi dell’esistenza, ma l’amore. Ciò che dà valore all’elemosina è dunque l’amore, che ispira forme diverse di dono, secondo le possibilità e le condizioni di ciascuno”. La Quaresima, dunque “anche attraverso la pratica dell’elemosina ci spinge a seguire” l’esempio di Gesù, alla cu “scuola” possiamo “imparare a fare della nostra vita un dono totale”, rendendoci disponibili “non tanto a dare qualcosa di ciò che possediamo, bensì noi stessi”. La Quaresima, conclude il Papa, “ci invita ad ‘allenarci’ spiritualmente, anche mediante la pratica dell’elemosina, per crescere nella carità e riconoscere nei poveri Cristo”.

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