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Bolivia: un morto e un centinaio di feriti negli scontri. Appelli al dialogo dai vescovi di Santa Cruz e di Cochabamba

Continua a esser molto tesa la situazione in Bolivia, dove nelle manifestazioni di piazza che si susseguono da giorni in tutte le principali città si registra la morte di un giovane, Limbert Guzmán Vásquez, nei pressi di Cochabamba, oltre a un centinaio di feriti. In questa situazione, ieri, hanno fatto sentire la loro voce, di ritorno dal Sinodo, gli arcivescovi di Santa Cruz de la Sierra e di Cochabamba.

A Santa Cruz , mons. Sergio Gualberti Calandrina ha tenuto una conferenza stampa e diffuso un comunicato nel quale rende nota la preoccupazione, sua e dei vescovi ausiliari, «per le imprevedibili conseguenze di questa crisi politica e sociale e per la violenza assassina che ha causato la morte di due fratelli a Montero e ieri di un giovane a Cochabamba, oltre a molti feriti».

Mons. Gualberti invita al «dialogo e alla concertazione tra tutti gli attori politici, civici e cittadini. Si tratta dell’unica strada per una pace autentica. In particolare, si ascolti il grido del popolo che sorge da tutti gli angoli del Paese e si riconosca il grande sacrificio delle persone che stanno portando avanti lo sciopero, specialmente coloro che vivono in modo povero, giorno per giorno, e questo solo per la propria convinzione democratica».

«Basta violenza, razzismo, discriminazione, scontri», ribadisce l’arcivescovo, che invita nel contempo a mantenere «viva la speranza nei valori della libertà, della verità, della giustizia, della riconciliazione, della pace, della democrazia e soprattutto della fede nel Dio liberatore che cammina con il suo popolo».

Anche i vescovi di Cochabamba, a partire dall’arcivescovo, mons. Oscar Aparicio, in un messaggio esprimono dolore per i fatti di sangue accaduti, ed esortano alla pacificazione. In particolare, chiedono «alle autorità, ai dirigenti e ai leader di evitare l’incitamento alla violenza e di mettere da parte i risentimenti che hanno origine dal vedere l’altro come nemico. Ogni atto di violenza è da condannare, da qualsiasi parte venga».