Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, AUGURI ALLA CURIA: LA MISSIONE CRISTIANA NEL BILANCIO DELL’UMANITA’

Nel “bilancio” dell’umanità “è importante che, di fronte ai sentimenti ed alle realtà della violenza e dell’ingiustizia che la minacciano, vengano suscitate e rinvigorite forze antagoniste”, cioè “forze di riconciliazione, forze di pace, forze di amore e di guistizia”. A delineare in questi termini il senso della “missione cristiana” è stato Benedetto XVI, incontrando oggi il Collegio cardinalizio, i membri della Curia Romana e del Governatorato, in occasione degli auguri natalizi. . “Mediante l’incontro con Gesù Cristo e i suoi santi, mediante l’incontro con Dio – ha spiegato Benedetto XVI – il bilancio dell’umanità viene rifornito di quelle forze del bene, senza le quali tutti i nostri programmi di ordine sociale non diventano realtà, ma – di fronte alla pressione strapotente di altri interessi contrari alla pace ed alla giustizia – rimangono solo teorie astratte”. Risiede in questo, secondo il Papa, il significato più profonde del messaggio di Aparecida con cui si è concluso il suo recente viaggio in Brasile, del quale il Santo Padre ha ripercorso idealmente le tappe: lungi dall’essere “un ripiegamento sbagliato nell’interiorità”, Aparecida ha testimoniato che “solo” con il “nuovo incontro con Gesù Cristo e il suo Vangelo vengono suscitate le forze che ci rendono capaci di dare la giusta risposta alle sfide del tempo”.

Il documento di Aparecida, per il Papa, “concretizza tutto ciò parlando della buona notizia sulla dignità dell’uomo, sulla vita, sulla famiglia, sulla scienza e la tecnologia, sul lavoro umano, sulla destinazione universale dei beni della terra e sull’ecologia: dimensioni nelle quali si articola la nostra giustizia, viene vissuta la fede e vengono date risposte alle sfide del tempo”. “Il discepolo di Gesù Cristo deve essere anche missionario”, ha ribadito il Papa, rispondendo ad una possibile obiezione: “E’ lecito ancora oggi evangelizzare? Non dovrebbero piuttosto tutte le religioni e concezioni del mondo convivere pacificamente e cercare di fare insieme il meglio per l’umanità, ciascuna nel proprio modo?“. “Dobbiamo tutti convivere e cooperare nella tolleranza e nel rispetto reciproci”, la replica del Papa, e “la Chiesa cattolica si impegna per questo con grande energia”, come dimostra la risposta alla lettera inviata nell’ ottobre scorso da 138 leader religiosi musulmani, all’insegna del “concorde impegno per la tutela dei valori del rispetto reciproco, del dialogo e della collaborazione”. “Il riconoscimento condiviso dell’esistenza di un unico Dio, – le parole papali a sostegno del dialogo interreligioso – costituisce la premessa di un’azione comune in difesa dell’effettivo rispetto della dignità di ogni persona umana per l’edificazione di una società più giusta e solidale”.

“Se tanti giovani vogliono incontrare Maria e con Maria Cristo e si lasciano contagiare dalla gioia della fede, allora possiamo tranquillamente andare incontro al futuro”. Incontrando oggi i cardinali per gli auguri natalizi, il Papa ha “riletto” così gli incontri che durante l’anno ha avuto con i giovani, a partire da quello nell’Agorà di Loreto, che “è stato un grande segno di gioia e di speranza”. “Nella visita all’Istituto per minori di Casal del Marmo, come nei discorsi pronunciati in occasione delle Udienze o degli Angelus domenicali”, ha detto il Papa, “ho preso atto delle loro attese e dei loro generosi propositi, rilanciando la questione educativa e sollecitando l’impegno delle Chiese locali nella pastorale vocazionale. Non ho mancato ovviamente di denunciare le manipolazioni a cui i giovani sono oggi esposti e i pericoli che ne derivano per la società del futuro”. Tema, quello del futuro della nostra società, che il Papa ha ripreso anche nella parte finale del suo discorso. “Non bisogna illudersi“, ha ammesso: “i problemi che pone il secolarismo del nostro tempo e la pressione delle presunzioni ideologiche alle quali tende la coscienza secolaristica con la sua pretesa esclusiva alla razionalità definitiva, non sono piccoli. Noi lo sappiamo, e conosciamo la fatica della lotta che in questo tempo ci è imposta. Ma sappiamo anche che il Signore mantiene la sua promessa”.

“Non si può mai conoscere Cristo solo teoricamente”: ogni cristiano è chiamato a “ridiventare” discepolo di Gesù, che “non appartiene al passato e non è confinato in un futuro lontano”. Quello del primato di Cristo è un tema ricorrente nel discorso rivolgo oggi dal Papa ai cardinali, in cui Benedetto XVI ha ribadito che “l’uomo ha bisogno della trascendenza”, perché se Dio “viene a mancare, allora l’uomo deve cercare di superare da sé i confini del mondo”; allora, “la droga diventa per lui quasi una necessità. Ma ben presto scopre che questa è una sconfinatezza illusoria – una beffa, si potrebbe dire, che il diavolo fa l’uomo”. E ancora: “Venendo a conoscere Cristo veniamo a conoscere Dio, e solo a partire da Dio comprendiamo l’uomo e il mondo, un mondo che altrimenti rimane una domanda senza senso”. Per il Papa, inoltre, ”dobbiamo difendere la creazione non soltanto in vista delle nostre utilità, ma per se stessa”. Tra gli altri spunti del discorso papale, l’esperienza della “collegialità effettiva ed affettiva” tra i vescovi e l’invito a fare della catechesi “non solo un insegnamento intellettuale”, ma “un impratichirsi della comunione di vita con Cristo”. Non è mancato l’”affetto spirituale” e la “cordiale stima” per il popolo cinese, e l’auspicio papale che la recente Lettera ai vescovi, accolta “con gioia e gratitudine” dai cattolici cinesi, possa “produrre i frutti sperati”.

Sir