Vita Chiesa

BENEDETTO XV ALL’ ANGELUS: FARE DELLE NOSTRE ESISTENZE UN DONO DI AMORE

Il “richiamo di Giovanni Battista alla conversione”, nel cammino dell’Avvento, “risuona nelle nostre comunità” come “un invito pressante ad aprire il cuore e ad accogliere il Figlio di Dio che viene in mezzo a noi per rendere manifesto il giudizio divino”. Lo ha detto, ieri mattina Benedetto XVI, prima di introdurre da piazza San Pietro, la preghiera dell’Angelus. Il Padre non giudica nessuno, ma, ha aggiunto il Papa, “ha affidato al Figlio il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Ed è oggi, nel presente, che si gioca il nostro destino futuro; è con il concreto comportamento che teniamo in questa vita che decidiamo della nostra sorte eterna”. “Al tramonto dei nostri giorni sulla terra, al momento della morte, saremo valutati – ha avvertito il Pontefice – in base alla nostra somiglianza o meno con il Bambino che sta per nascere nella povera grotta di Betlemme, poiché è Lui il criterio di misura che Dio ha dato all’umanità”. Infatti, “il Padre celeste, che nella nascita del suo Unigenito Figlio ci ha manifestato il suo amore misericordioso, ci chiama a seguirne le orme facendo, come Lui, delle nostre esistenze un dono di amore”. E i frutti dell’amore sono quei “degni frutti di conversione” a cui fa riferimento il Battista, mentre “con parole sferzanti si rivolge ai farisei e ai sadducei accorsi, tra la folla, al suo battesimo”. Mediante il Vangelo, ha osservato Benedetto XVI, “Giovanni Battista continua a parlare attraverso i secoli, ad ogni generazione. Le sue chiare e dure parole risultano quanto mai salutari per noi, uomini e le donne del nostro tempo, in cui anche il modo di vivere e percepire il Natale risente purtroppo, assai spesso, di una mentalità materialistica”. A giudizio del Papa, “la ‘voce’ del grande profeta ci chiede di preparare la via al Signore che viene, nei deserti di oggi, deserti esteriori ed interiori, assetati dell’acqua viva che è Cristo”. Prima dell’Angelus, il Pontefice ha anche ricordato che l’8 dicembre si è celebrata la solennità dell’Immacolata Concezione: “La liturgia – ha detto – ci ha invitato a volgere lo sguardo verso Maria, madre di Gesù e madre nostra, Stella di speranza per ogni uomo”. Di qui l’auspicio: “Ci guidi la Vergine Maria ad una vera conversione del cuore, perché possiamo compiere le scelte necessarie per sintonizzare le nostre mentalità con il Vangelo”. Dopo l’Angelus, Benedetto XVI ha dato appuntamento per il pomeriggio del 13 dicembre agli universitari degli Atenei romani, al termine della Messa presieduta dal card. Camillo Ruini: “Vi attendo numerosi, cari giovani, per prepararci al santo Natale – ha affermato – invocando il dono dello Spirito di sapienza per tutta la comunità universitaria”.Sir