Vita Chiesa

GIORNATA MIGRANTE 2008, MONS. MARCHETTO: NO A CAMPI PROFUGHI PERMANENTI

I campi di accoglienza per profughi e rifugiati “dovrebbero tornare ad essere ciò per cui furono creati: un luogo ove stare temporaneamente”. Lo ha ribadito oggi l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, intervenendo in Sala stampa vaticana alla presentazione del Messaggio pontificio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2008. Mons. Marchetto ha parlato delle drammatiche condizioni di vita dei giovani rifugiati, che spesso “soffrono immensamente per violazioni di diritti umani subite in quanto vittime di guerre e violenze, o di negligenza, crudeltà, sfruttamento sessuale o di altro genere, per discriminazione razziale, aggressione e occupazione straniera dei luoghi dove vivevano. Essi perdono le loro case e anche, per conseguenza, la loro infanzia felice, familiare e protetta”. Mentre in alcuni Stati, ha aggiunto, “si giunge perfino alla detenzione di minori non accompagnati”. L’abbandono e l’insicurezza che incontrano nei Paesi occidentali, ha precisato, “li porta spesso alla depressione, a ritirarsi in sé stessi, o a divenire aggressivi”. Da qui l’invito ad approntare “cure e protezione speciali in vista del loro benessere fisico e psicologico”, compreso “il creare adeguate condizioni di vita e un pieno e pari accesso all’educazione, alle cure mediche, incluse appunto quelle psicologiche”. Gli effetti negativi della separazione, inoltre, “possono essere affrontati più facilmente se si offrono soluzioni alternative, fra le quali potrebbe essere considerata la possibilità di accoglienza in amorevoli famiglie adottive”. Secondo mons.Marchetto i campi di accoglienza nel Sud del mondo “non dovrebbero diventare residenze permanenti”, mentre oggi “rientra in una prassi generale, specialmente nei Paesi del Sud del mondo, obbligare le persone a vivere in campi sovraffollati, molte volte in situazioni spaventose”. L’arcivescovo ha ricordato, inoltre, che il 30% dei ragazzi rifugiati “non frequenta la scuola”. In quanto cristiani, ha esortato mons. Marchetto, “siamo invitati ad accogliere i giovani migranti e ad assicurarci che essi siano trattati con rispetto della loro dignità umana e di una legislazione internazionale molto chiara per sé e rigorosa”.Sir