Vita Chiesa

LA CHIESA E I ROM, LETTERA APERTA DI OPERATORI PASTORALI TOSCANI

Padre Agostino Rota Martir (Pisa), Franca e Marcello Palagi (Massa Carrara) e p. Luciano Meli (Lucca), a nome dell’UNPReS (Ufficio nazionale pastorale Rom e Shinti) della Toscana hanno inviato al settimanale una «lettera aperta» alle Chiese della Toscana (testo integrale), a proposito del difficile clima che si respira in questi giorni, dopo l’uccisione a Roma di Giovanna Reggiani. Un «clima – scrivono – di caccia allo “zingaro”, di guerra preventiva che minaccia non solo i Rumeni e i Rom, ma anche la stessa democrazia del nostro ordinamento e la possibile convivenza». «È vero oggi i tempi sono cambiati, la presenza dei Rom è diversa e aumentata, è innegabile che esistono dei problemi reali e di non facile soluzione – scrivono i quattro operatori – ma il cuore oggi sembra non pulsare così forte e chiaro come quello del vecchio papa Paolo VI! I Rom sono ancora “nel cuore della Chiesa”?». «Stiamo assistendo ad una persecuzione verso un popolo – proseguono – , ma questo sembra non turbare più di tanto l’opinione pubblica e la Chiesa non trova parole alte per denunciare fermamente questa deriva alimentata anche da una stampa compiacente e complice. Non possiamo barattare il Vangelo di Gesù con il “Vangelo della sicurezza” anche se trova ampi consensi all’interno della nostra società e all’interno stesso delle nostre comunità cristiane». Anche in Toscana, di fronte a recenti episodi (come la morte dei quattro bambini rom a Livorno o l’ordinanza lavavetri a Firenze) «la voce della Chiesa ci è sembrata a volte debole e scontata, se non del tutto assente, quasi timorosa a proporre richiami forti e chiari ispirati al Vangelo per non turbare gli equilibri… Anche il rispetto dei poveri, così come ce lo insegna abbondantemente il Vangelo è un valore non negoziabile e ci auguriamo che la Chiesa Toscana sappia raccogliere con coraggio questa sfida e dimostrare che lo Spirito del Vangelo non è morto».