Vita Chiesa

GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO: CEI, «LA CRISI ECOLOGICA E’ FRUTTO DI STILI DI VITA SBAGLIATI»

“La festa del Ringraziamento invita ogni anno le comunità cristiane a rinnovare a colui che è il Signore del cielo e della terra sentimenti di vera gratitudine per la ricchezza dei doni del creato, ma anche a un sincero esame di coscienza” sulla fame e la sete nel mondo, sui cambiamenti climatici e sul degrado ambientale: è quanto si legge nel messaggio della Cei per la Giornata del ringraziamento, che si celebrerà con un seminario in programma a Lecce il 10 e l’11 novembre sul tema: “Agricoltura, area mediterranea e cambiamenti climatici”. “Quando l’uomo trasforma ciò che è un dono per tutti in un possesso di pochi – si legge ancora nel testo – compie un furto, prima che contro gli altri uomini o popoli, contro il vero possessore della terra”, Dio stesso. In realtà, “la cura per l’ambiente naturale e l’impegno per un autentico sviluppo umano sono strettamente legati”: il nesso inscindibile tra “ecologia ambientale” ed “ecologia umana” mette in luce “come una visione riduttiva dell’uomo finisca per produrre conseguenze negative anche per la stessa difesa del mondo naturale”. Ad aprire, il 10 novembre, il Convegno sarà mons. Paolo Tarchi, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro; il giorno seguente, alle 10.30 si svolgerà la celebrazione eucaristica nella cattedrale di Lecce, presieduta dal vescovo, mons. Cosmo Francesco Ruppi. “Salvaguardare l’integrità della persona umana, nel suo legame con Dio e con il creato, significa rifiutare ogni concetto disumano di sviluppo”, è uno degli ammonimenti centrali del messaggio, in cui si fa notare che “la risoluzione della crisi ecologica, il dare nuovo impulso allo sviluppo dei popoli e quindi futuro al pianeta, sono affidati, prima che a leggi e ad accordi internazionali, per quanto saggi e lungimiranti, a una trasformazione delle coscienze illuminate da precisi principi morali, premessa per l’elaborazione di regole, leggi e accordi”. Allora, “se davvero la crisi ecologica è legata a una mentalità errata, a stili di vita sbagliati, dobbiamo sviluppare una nuova mentalità, un modo nuovo di relazionarci con l’ambiente”. In questa prospettiva, secondo la Cei, “occorre il coraggio di promuovere stili di vita, modelli di produzione e consumo improntati al rispetto del creato e alle reali esigenze di progresso sostenibile, di riscoprire la sobrietà, che estirpi dal cuore dell’uomo la brama di possedere e restituisca il primato all’essere, che conduca l’uomo a usare della terra senza abusarne, che ci insegni a evitare l’inutile, il superfluo, l’effimero, che purifichi lo sguardo e faccia scoprire che l’ambiente non è una preda da saccheggiare, ma un giardino da custodire”.Sir