Vita Chiesa

BENEDETTO XVI A NAPOLI: SCUOLA, LAVORO E GIOVANI, MA SOPRATTUTTO LOTTA CONTRO LA VIOLENZA

“Santità, a Maronna t’accompagni!”. Con queste parole pronunciate in spiccato accento napoletano, l’arcivescovo di Napoli, card. Crescenzio Sepe ha dato il benvenuto a Papa Benedetto XVI in piazza plebiscito a Napoli prima della celebrazione della Messa. “La realtà di Napoli – ha detto l’arcivescovo – è complessa e difficile e per tale motivo merita una particolare attenzione. Il fenomeno della violenza ancora più odiosa quando esercitata in forma organizzata, pur essendo un fatto generalizzato, ha trovato anche qui a Napoli un terreno fertile. La Chiesa tuttavia non si stanca di affermare che la violenza è sempre un’offesa a Dio e un intollerabile sopruso nei confronti dell’altro. Niente può giustificarne il ricorso dal momento che essa rende inestirpabili le radici dell’odio che è un autentico veleno dell’anima”. “La condanna di ciò che è contro l’uomo è senza appello”. “Napoli – ha proseguito il Papa – è una città della luce. E non si fa certo oscurare da qualche nube che attraversa i suoi cieli”. “Vuole guardare avanti. Credere in se stessa, nei propri giovani, nelle proprie importanti risorse testimoniate da una storia gloriosa”. Nonostante una pioggia battente, piazza Plebiscito è piena di fedeli. Anche il Papa nella omelia ha fatto riferimento alla pioggia ma ha subito aggiunto: “Il tempo non ci scoraggia. Napoli è sempre bella”.Nell’omelia pronunciata in piazza Plebiscito a Napoli, il Papa ha chiesto serie strategie per la scuola, il lavoro e i giovani. Ma soprattutto ha auspicato “un intervento che coinvolga tutti nella lotta contro ogni forma di violenza, partendo dalla formazione delle coscienze e trasformando le mentalità, gli atteggiamenti, i comportamenti di tutti i giorni”. Il Santo Padre ha dato voce ai problemi della città di Napoli. Una città – ha detto – dove “non mancano energie sane, gente buona, culturalmente preparata e con un senso vivo della famiglia” ma dove per molti “vivere non è semplice”. “Sono tante le situazioni di povertà, di carenza di alloggio, di disoccupazione o sottoccupazione, di mancanza di prospettive future”. Il Santo Padre ha parlato anche del “triste fenomeno della violenza. Non si tratta – ha detto – solo del deprecabile numero dei delitti della camorra, ma anche del fatto che la violenza tende purtroppo a farsi mentalità diffusa, insinuandosi nelle pieghe del vivere sociale, nei quartieri storici del centro e nelle periferie nuove e anonime, col rischio di attrarre specialmente la gioventù”. Per i giovani, il Papa ha chiesto alle autorità presenti di “intensificare gli sforzi per una seria strategia di prevenzione, che punti sulla scuola, sul lavoro e sull’aiutare i giovani a gestire il tempo libero”. Il “seme della speranza” a Napoli “c’è e agisce, malgrado i problemi e le difficoltà”.“Napoli ha certo bisogno di adeguati interventi politici, ma prima ancora di un profondo rinnovamento spirituale; ha bisogno di credenti che ripongano piena fiducia in Dio, e con il suo aiuto si impegnino per diffondere nella società i valori del Vangelo”. Con queste parole Benedetto XVI ha concluso la sua omelia pronunciata questa mattina a Napoli dove si trova per una visita pastorale alla città. Nella messa celebrata in piazza Plebiscito, il Papa ha invitato Napoli a vincere “lo scoraggiamento e la violenza”. Si è rivolto in particolare ai “piccoli, agli ultimi, ma anche a tante persone semplici e rette, che soffrono per le sopraffazioni, si sentono impotenti di fronte al perdurare del malessere sociale e sono tentate di scoraggiarsi”. “Di fronte a realtà sociali difficili e complesse, come sicuramente è anche la vostra – ha detto il Santo Padre – occorre rafforzare la speranza, che si fonda sulla fede e si esprime in una preghiera instancabile”. La preghiera cristiana – ha spiegato Benedetto XVI – non è “espressione di fatalismo e di inerzia”. “È l’arma dei piccoli e dei poveri di spirito, che ripudiano ogni tipo di violenza. Anzi rispondono ad essa con la non violenza evangelica, testimoniando così che la verità dell’Amore è più forte dell’odio e della morte”.Sir