Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’AMBASCIATORE D’ITALIA: LA CHIESA NON MIRA A PRIVILEGI O A POTERE

“La Chiesa non si propone mire di potere, né pretende privilegi o aspira a posizioni di vantaggio economico e sociale. Suo solo scopo è servire l’uomo”, ispirandosi “alle parole e all’esempio di Gesù Cristo”. Lo ha detto questa mattina il Papa, ricevendo in udienza l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, in occasione della presentazione delle lettere credenziali. Pertanto, ha proseguito Benedetto XVI, “la Chiesa chiede di poter svolgere liberamente la sua peculiare missione per il bene non solo dei propri fedeli, ma di tutti gli italiani”. Richiamando il proprio discorso al convegno di Verona, nello scorso mese di ottobre, il Pontefice ha ribadito: “La Chiesa non è e non intende essere un agente politico. Nello stesso tempo ha un interesse profondo per il bene della comunità politica, la cui anima è la giustizia, e le offre a un duplice livello il suo contributo specifico”. Ricambiando il saluto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, recatogli dal neo ambasciatore, Benedetto XVI ha quindi espresso l’augurio che “il popolo italiano, fedele ai principi che ne hanno ispirato il cammino nel passato, sappia anche in questo tempo, segnato da vasti e profondi mutamenti, continuare ad avanzare sulla via dell’autentico progresso”.

“Da parte sua – ha assicurato il Papa al nuovo ambasciatore d’Italia – la Chiesa cattolica non cesserà di offrire alla società civile, come già in passato, il suo apporto specifico, promuovendo ed elevando quello che di vero, buono e bello si trova in essa, illuminando tutti i settori dell’attività umana con i mezzi che sono conformi al Vangelo e in armonia con il bene di tutti, secondo la diversità dei tempi e delle situazioni”. In tale modo, ha spiegato Benedetto XVI, si realizza “quel principio enunciato dal Concilio Vaticano II, secondo cui la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l’una dall’altra nel proprio campo. Tutte e due, anche se a titolo diverso, sono a servizio della vocazione personale e sociale delle stesse persone umane”. Principio che, “autorevolmente presentato anche dalla Costituzione della Repubblica italiana”, fonda “le relazioni tra la Santa Sede e lo Stato Italiano” e riafferma “sia l’indipendenza e la sovranità dello Stato e della Chiesa, sia la reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e del bene dell’intera comunità nazionale”.

Rivolgendosi al neoambasciatore d’Italia, il Papa ha quindi formulato l’auspicio che “la collaborazione tra tutte le componenti” del Paese “contribuisca non solo a custodire gelosamente l’eredità culturale e spirituale” che lo contraddistingue “e che fa parte integrante della sua storia, ma sia ancor più stimolo a ricercare vie nuove per affrontare in modo adeguato le grandi sfide che contrassegnano l’epoca post-moderna”. Tra queste, “la difesa della vita dell’uomo in ogni sua fase, la tutela di tutti i diritti della persona e della famiglia, la costruzione di un mondo solidale, il rispetto del creato, il dialogo interculturale e interreligioso”. Richiamando il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che si celebrerà nel 2008, Benedetto XVI ha concluso: “L’Italia, in virtù della sua recente elezione quale membro del Consiglio per i Diritti Umani e ancor più per la sua peculiare tradizione di umanità e generosità, non può non sentirsi impegnata in un’opera infaticabile di costruzione della pace e di difesa della dignità della persona umana e di tutti i suoi inalienabili diritti, compreso quello della libertà religiosa”.

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