Vita Chiesa

CONVEGNO PASTORALE ZINGARI: MONS. MARCHETTO: «RINNOVATO DIALOGO E CORDIALE ACCOGLIENZA»

“Grazie alla vostra generosa risposta alla chiamata di Dio, alla fedeltà nell’esercizio del vostro ministero e nella consacrazione, il popolo zingaro, il vostro popolo, si apre a Cristo e alla Chiesa e si sente in essa come a casa sua. Per la vostra coraggiosa testimonianza la Chiesa, a sua volta, si scopre nei suoi figli ancora troppo soffocata da stereotipi e pregiudizi nei confronti degli zingari, ma desiderosa di un rinnovato dialogo e di cordiale accoglienza”. Lo ha detto mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti, aprendo ieri mattina, a Roma, il convegno sul tema “Con Cristo al servizio del popolo zingaro” (fino al 25). All’incontro partecipano 40 sacerdoti e religiosi di origine zingara. Nella Chiesa, ha detto mons. Marchetto, “voi potete essere i portavoce del desiderio (degli zingari, ndr) di vivere insieme, e far giungere ad essa le loro richieste di giustizia e solidarietà, di rispetto reciproco ed eliminazione di ogni forma di discriminazione”. Mons. Marchetto ha ribadito che la Chiesa considera “giusta tale rivendicazione dell’esercizio dei propri diritti e doveri, consapevole che il popolo zingaro possiede un grande potenziale di speranza, dal quale nasce forte il desiderio di conoscere Cristo e la Sua Chiesa”.

“Non possiamo tacere” il fatto che la maggioranza degli zingari “vive ancora in condizioni non all’altezza delle esigenze fondamentali della persona umana e si trova in situazioni di conflitto con i principi umanitari e cristiani”. Lo ha detto mons. Novatus Rugambwa, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, presentando ieri a Roma il I convegno mondiale di sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose zingari. Per mons. Rugambwa, è “una vergogna per la società che i campi sosta degli zingari siano privi del necessario. Provoca sgomento la noncuranza, l’indifferenza per la scolarizzazione dei bambini rom (si stima che solo in Europa essi sono 4 milioni in età scolastica)”. “Stupisce – ha aggiunto mons. Rugambwa – il fatto che la società di oggi sia mossa ancora da pregiudizi che emarginano tanti giovani e adulti, pur con una formazione professionale, che non trovano lavoro perché zingari. Infine non si possono passare sotto silenzio gli atti di vero e proprio razzismo, di cui essi sono vittime tuttora. Dicendo tutto questo non dimentichiamo certo i loro doveri e responsabilità verso la società che li circonda”.Ai sacerdoti e religiosi di origine zingara – ha detto mons. Rugambwa – è “affidata la parola della riconciliazione. Siete chiamati a incoraggiarla all’interno della società e della Chiesa. Per mezzo vostro, i fratelli di etnia possono e debbono confrontarsi con la Chiesa locale e con la società maggioritaria”. Da parte vostra – ha concluso – si rende “necessaria una vera trasparenza evangelica e una vera convergenza di iniziative che permettano la nascita e la crescita di nuovi operai del Vangelo”. L’incontro celebra anche il X anniversario della beatificazione di Ceferino Giménez Malla, che è il primo zingaro elevato alla gloria degli altari nella storia della Chiesa. “La sua vita – ha detto mons. Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti – dimostra che Cristo è presente nei diversi popoli e razze e tutti sono chiamati alla santità”. Gli zingari – informa il Pontificio Consiglio – sono circa 36 milioni sparsi ovunque, in Europa, nelle Americhe e in alcuni Paesi dell’Asia. Si stima che i consacrati zingari siano un centinaio.

Sir