Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE: GREGORIO NAZIANZENO CI INSEGNA L’AMORE PER CRISTO

Un uomo “mite”, che nella sua vita “cercò sempre di fare opera di pace nella Chiesa del suo tempo, lacerata da discordie e da eresie”: Benedetto XVI ha tracciato così, stamani durante l’uldienza generale nell’Aula Paolo VI, in Vaticano,  il profilo di San Gregorio di Nazianzio mettendo l’accento sul suo profondo amore per Cristo, che lo portò “a superare la propria timidezza per proclamare la verità della fede”. Gregorio, ha detto ancora, “ha sentito il bisogno di avvicinarsi a Dio per superare la stanchezza della carne”. La sua vita diventa, così, modello per tutti i cristian. Benedetto XVI si è, quindi, soffermato sugli insegnamenti del grande teologo del IV secolo. Gregorio, ha sottolineato, fece “risplendere la luce della Trinità”, difendendo la fede proclamata nel Concilio di Nicea: un solo Dio in tre Persone uguali e distinte. E contrastò con vigore le eresie di Apollinare, il quale sosteneva che Gesù Cristo non aveva assunto un’anima razionale. Proprio diventando uomo, è l’insegnamento del Nazianzeno, Cristo ci ha dato la possibilità di diventare a nostra volta come Lui. Di qui l’esortazione ad “essere come Cristo, poiché anche Cristo è divenuto come noi”. Ancora, San Gregorio afferma che Maria è vera Madre Dio e “in vista della sua altissima missione è stata pre-purificata”. Riferendosi poi ai malati e alle persone in difficoltà, Gregorio sottolinea che l’uomo deve imitare la bontà e l’amore di Dio e scrive: ”Noi siamo tutti una sola cosa nel Signore, ricchi e poveri, schiavi e liberi, sani e malati; e unico è il capo da cui tutto deriva: Gesù Cristo”. Accanto alla carità, San Gregorio ci insegna “l’importanza e la necessità della preghiera”, giacché la “preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete”. “Nella preghiera – ha detto il Papa – noi dobbiamo rivolgere il nostro cuore a Dio, per consegnarci a Lui come offerta da purificare e trasformare. Nella preghiera noi vediamo tutto alla luce di Cristo, lasciamo cadere le nostre maschere e ci immergiamo nella verità e nell’ascolto di Dio, alimentando il fuoco dell’amore”. Al momento dei saluti ai pellegrini, parlando in lingua spagnola, il Santo Padre ha rivolto un pensiero di “grande affetto e vicinanza spirituale” per ”l’amato popolo peruviano tanto provato in questi giorni” e ha chiesto “gesti di solidarietà cristiana, come insegna Gregorio Nazianzeno”. Ha poi salutato, in polacco, i Padri risurrezionisti che si prendono cura del Santuario mariano della Mentorella. Un luogo, ha detto, caro a lui e al suo predecessore Giovanni Paolo II. Particolarmente festoso il momento dei saluti ai pellegrini italiani. Il Papa ha rivolto un pensiero speciale alle “Suore Zelatrici del Sacro Cuore”, ai partecipanti alla “Festa del Pellegrino” e alle “Famiglie e ai laici animatori vocazionali Rogazionisti”. (Fonte: Radio Vaticana)