Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS: «LA LIBERTÀ TRAE SENSO DALL’AMORE»; NO ALL’ODIO FRATRICIDA IN COLOMBIA 

“Libertà e sequela di Cristo”: questo il “tema affascinante” proposto dalla letture bibliche della messa di domenica, come ha spiegato, ieri mattina, Benedetto XVI, introducendo la preghiera dell’Angelus da piazza S. Pietro. In particolare, il Papa ha parlato della “libertà di Cristo” nell’andare “decisamente” a Gerusalemme dove “lo attende la morte di croce”, ma “in obbedienza alla volontà del Padre offre se stesso per amore”. “E’ in questa sua obbedienza al Padre – ha chiarito il Santo Padre – che Gesù realizza la propria libertà come consapevole scelta motivata dall’amore”. Infatti, pur essendo Onnipotente, “non ha vissuto la sua libertà come arbitrio o come dominio. L’ha vissuta come servizio”. In questo modo, ha aggiunto Benedetto XVI, “ha ‘riempito’ di contenuto la libertà, che altrimenti rimarrebbe ‘vuota’ possibilità di fare o di non fare qualcosa. Come la vita stessa dell’uomo, la libertà trae senso dall’amore”. E, ha domandato il Papa, chi “è più libero? Chi si riserva tutte le possibilità per paura di perderle, oppure chi si spende ‘decisamente’ nel servizio e così si ritrova pieno di vita per l’amore che ha donato e ricevuto?”. Per l’apostolo Paolo, ha ricordato il Pontefice, la libertà non deve diventare “un pretesto per vivere secondo la carne”.

“Vivere secondo la carne – ha chiarito Benedetto XVI – significa seguire la tendenza egoistica della natura umana. Vivere secondo lo Spirito invece è lasciarsi guidare nelle intenzioni e nelle opere dall’amore di Dio, che Cristo ci ha donato”. La libertà cristiana è dunque “tutt’altro che arbitrarietà; è sequela di Cristo nel dono di sé sino al sacrificio della Croce”. “Può sembrare un paradosso – ha proseguito il Santo Padre – ma il culmine della sua libertà il Signore l’ha vissuto sulla croce, come vertice dell’amore”, rimanendo su quel patibolo “per compiere fino in fondo la volontà misericordiosa del Padre”. “Questa esperienza – ha osservato il Papa – l’hanno condivisa tanti altri testimoni della verità: uomini e donne che hanno dimostrato di rimanere liberi anche in una cella di prigione e sotto le minacce della tortura. ‘La verità vi farà liberi’. Chi appartiene alla verità, non sarà mai schiavo di nessun potere, ma saprà sempre liberamente farsi servo dei fratelli”. Di qui l’invito a guardare a Maria: “La Vergine è modello di persona spirituale, pienamente libera perché immacolata, immune dal peccato e tutta santa, dedita al servizio di Dio e del prossimo. Con la sua materna premura ci aiuti a seguire Gesù, per conoscere la verità e vivere la libertà nell’amore”.

Dopo aver guidato la recita dell’Angelus da piazza S. Pietro, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero alla Colombia da dove “giunge la triste notizia del barbaro assassinio di undici deputati regionali del Dipartimento del Valle del Cauca, che per più di cinque anni sono rimasti nelle mani delle Forze armate rivoluzionarie di Colombia”. “Mentre elevo preghiere in loro suffragio – ha proseguito il Papa – mi unisco al profondo dolore dei familiari e dell’amata Nazione colombiana, ancora una volta funestata dall’odio fratricida”. Il Santo padre ha, quindi, rinnovato un “accorato appello affinché cessi immediatamente ogni sequestro e vengano restituiti all’affetto dei loro cari quanti sono tuttora vittime di tali inammissibili forme di violenza”. Nei saluti finali, il Pontefice in particolare si è rivolto agli “Scout e le Guide che hanno portato la ‘Fiamma dello spirito’, di passaggio a Roma nel suo viaggio verso il Regno Unito, dove si svolgerà in agosto il grande raduno mondiale in occasione del centenario della fondazione dello scoutismo”.

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