Vita Chiesa

CONVEGNO CARITAS: BAGNASCO, «NOSTRA RESPONSABILITÀ RENDERE PRESENTE L’AZIONE DI DIO NEL MONDO»

“Chiediamoci onestamente quanto del nostro operare, anche come vescovi e sacerdoti, lasci scorgere in chi ci scruta l’azione di Dio nel mondo. Siamo noi effettivamente finestre aperte sulla realtà del Dio vicino, dell’altro, per rispondere alle domande di senso dei nostri contemporanei? Oppure rimane insoddisfatta la sete dei loro cuori e sarà stata nostra responsabilità aver contribuito a disorientarla?”: con questi interrogativi mons. Angelo Bagnasco,arcivescovo di Genova e presidente della Cei ha sollecitato i 600 delegati al XXXI Convegno nazionale delle Caritas diocesane, aprendo ieri pomeriggio a Montecatini Terme (Pistoia) l’incontro (fino al 28 giugno), centrato sul tema “Aldi sopra di tutto ‘Un cuore che vede’ per animare alla carità”. Mons. Bagnasco ha ripreso alcuni temi dell’enciclica papale “Deus Caritas est”, anticipando alcuni contenuti della prossima Nota pastorale Cei sul dopo-Verona, di imminente pubblicazione. Il presidente della Cei ha ricordato la necessità di conciliare l’aspetto spirituale e l’apertura alla trascendenza con l’impegno attivo e caritativo al servizio dei più deboli. “La testimonianza di carità – ha affermato – non è l’attestazione della propria bravura”, altrimenti sarebbe “un fariseismo strisciante e generalizzato”. 

Agli operatori della carità esposti alla tentazione dello “scoraggiamento e della delusione” ha ricordato quanto sia “di aiuto sapere di essere solo strumenti nelle mani del Signore”, e li ha invitati a “fare in umiltà ciò che è possibile fare ed affidare il resto al Signore”. Da qui la necessità di coniugare “professionalità” e “formazione del cuore”, affinché “l’amore del prossimo sia conseguenza della fede che diventa operante nell’amore”. Mons. Bagnasco ha concluso elencando, come nella recente prolusione all’assemblea Cei, le attuali sfide da affrontare in Italia, tra le quali: “la crescita del disagio economico, i pensionati e le famiglie, la disoccupazione dei genitori oltre i 40 anni e i problemi di alcolismo e dipendenze, la bassa retribuzione del lavoro femminile, il mercato immobiliare al di fuori della portata dei giovani”.

In Italia e in Europa “cresce il clima di incertezza” che genera “insicurezza” a causa del “terrorismo internazionale, della guerra globalizzata, dell’emergenzaambientale” ed “aumenta il senso di paura e di precarietà, soprattutto tra i giovani”, e “l’ostilità verso le situazioni di forte diversità”. In questo quadro “la povertà cambia forme e localizzazione, assume nuovi volti, ma resta una sfida per la società civile e la comunità ecclesiale”: su questo si confronteranno gli oltre 600 delegati delle Caritas diocesane di tutta Italia. Ad introdurre i temi del convegno è stato ieri pomeriggio mons. Francesco Montenegro, vescovo di Messina-Lipari-S.Lucia del Mela e presidente di Caritas italiana, che dopo l’intervento di mons. Bagnasco, presidente della Cei, ha proposto le riflessioni dei prossimi giorni su “l’eclissi della giustizia, l’enfasi della pena, in una società assuefatta al tema della povertà, che si sente rassicurata – di fronte alla precarietà, dalle parole d’ordine sulla sicurezza”. “Ci interrogheremo – ha detto mons. Montenegro – su uno sviluppo economico che sembra soltanto sfiorare i territori più in difficoltà e su una sostanziale stasi delle politiche di contrasto alle povertà, di fronte ad una famiglia sempre più in affanno”.

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