Vita Chiesa

SETTIMANA COP; MONS. BONICELLI: «LA PASTORALE CAMMINA CON IL SUO TEMPO»

Orientare e aggiornare sulle questioni pastorali. Questo lo scopo del Centro di orientamento pastorale (Cop), che ha aperto ieri pomeriggio a Triuggio (Milano) la sua 57a settimana nazionale di aggiornamento pastorale, sul tema “Cinquant’anni dopo, dov’è la missione? Dalla missione popolare di Milano alle forme di missione quotidiana nei nuovi areopaghi”. “Il Cop lo si è voluto per orientare: ossia, alla luce della dogmatica, della morale, della sociologia, della psicologia e della storia, illuminare problemi, movimenti e iniziative” che interessano “il pensiero e l’azione dei pastori nel loro ministero e nel loro apostolato”, ha ricordato mons. Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena e per trent’anni, dal 1974 al 2004, presidente dell’organismo. “Mentre in altri settori – ha aggiunto – è già stata raggiunta una notevole maturazione scientifica, in quello pastorale le visioni sono ancora monche e frammentarie e i procedimenti sono spesso ancora empirici: è davvero necessario, proprio in vista del soddisfacimento dei bisogni e della soluzione dei problemi religiosi contemporanei, possedere una visione organica e sistematica che impedisca di smarrire o di ritardare il cammino e doni la direttiva esatta e ortodossa per camminare verso la meta”. L’aggiornamento, d’altra parte, è funzionale all’orientamento rispetto ai “problemi pastorali contemporanei”. “Occorre fare incontrare le prassi pastorali – ha sottolineato mons. Bonicelli – con i bisogni e le tendenze dell’anima moderata”, poiché “la pastorale cammina con il suo tempo”. Due gli strumenti con cui il Cop mantiene alta quest’attenzione: la rivista “Orientamenti pastorali” e la “settimana nazionale di aggiornamento pastorale”, che quest’anno affronta il primo annuncio e la rievangelizzazione, a 50 anni dalla missione milanese. “Sicuramente – ha affermato il presule – nel 1957 la secolarizzazione non era penetrata al punto da richiedere una nuova evangelizzazione. Ma l’intuizione fu quella di unire ai programmi parrocchiali un ampio ventaglio di iniziative che coinvolgessero la gente sui luoghi di lavoro, di studio, nelle scuole, negli stadi, nei club, chiamando in causa laici ed esperti dei vari settori”. Un’esperienza che ha fatto scuola, e oggi è quanto mai attuale. “In questi tre anni, quattro capitali europee hanno celebrato una missione cittadina: Vienna, Parigi, Lisbona e Bruxelles. Se si osservano attentamente, modalità e programmi, è facile ritrovare un’identica ispirazione. Milano – ha concluso Bonicelli – ha insegnato all’Europa, e forse anche più in là”.

Milleduecentoottantotto. Tanti furono i predicatori impegnati nella missione popolare di Milano del 1957: “I cardinali Lercaro e Siri, 24 arcivescovi e vescovi, 600 sacerdoti, quasi tutti diocesani per la missione nelle scuole, 597 religiosi. Tra i predicatori, Mazzolari, Barsotti, Balducci, Turoldo, Fabbretti”. Lo ha ricordato, ieri pomeriggio a Triuggio (Milano), il giornalista Antonio Airò, ripercorrendo la storia della missione cittadina dell’arcivescovo Montini alla 57a settimana nazionale di aggiornamento pastorale organizzata dal Cop (Centro di orientamento pastorale). “In questo imponente lavoro, nel quale Montini è il motore infaticabile, l’arcivescovo guarda soprattutto ai lontani”, ha aggiunto Airò. “Sono gli interlocutori privilegiati della missione. Non cerca la loro conversione, ma chiede solo che ascoltino ciò che viene annunciato nelle parrocchie”. “Venite e ascoltate”: un invito che, cinquant’anni dopo, ha concluso il cronista, “resta ancora la sfida che la Chiesa deve affrontare in mondo sempre più globalizzato e poco propenso ad aprire le orecchie al soffio dello Spirito”.

Fonte: Sir